Monday, January 30, 2017

L'effetto Trump - aggiornamento

Volevo scrivere del capodanno cinese,
volevo condividere su questo blog il profondo senso di accoglienza e fratellanza che il Sig. Tenace, il Teodolindo ed io abbiamo vissuto sulla nostra pelle in questo fine settimana in cui la comunità cinese ci ha fatti sentire parte di una grande famiglia.
Poi mi sono svegliata stamattina e il calore che avevo nell'anima si è ghiacciato di fronte agli eventi di Quebec City.

L'attentato di Quebec City avviene pochi giorni dopo il Muslim Ban di Trump, subito dopo la dichiarazione del primo ministro canadese Trudeau riguardo al fatto che il Canada avrà sempre le porte aperte, e mentre si discute se il Canada debba accogliere le persone toccate dall'ordine esecutivo di Trump.

Bisogna dirlo forte:
questo è l'effetto Trump oltre confine;
questo è l'effetto delle parole di politici canadesi come Kellie Leitch che vorrebbero selezionare i nuovi immigrati con un'intervista di 5 minuti sulla possibile presenza di "valori anti-canadesi" - che poi si arriva al paradosso del tipo noi diamo valore alla tolleranza e se tu mi sembri poco tollerante noi non ti tolleriamo quindi fuori da qui...

La dichiarazione di Trudeau sugli eventi di ieri sera, per fortuna, ribadisce in modo chiaro e limpido la linea del governo e quelli che davvero sono i valori canadesi:

"Diversity is our strength, and religious tolerance is a value that we, as Canadians, hold dear.
Muslim-Canadians are an important part of our national fabric, and these senseless acts have no place in our communities, cities and country. Canadian law enforcement agencies will protect the rights of all Canadians, and will make every effort to apprehend the perpetrators of this act and all acts of intolerance."

Il Canada resisterà?

Wednesday, January 25, 2017

Plumcake di riso, al volo

Scrivo questa ricetta di plumcake di riso come l'ho fatta ieri sera. Al volo.

La ricetta arriva da un numero recente de La Cucina Italiana.

È andata così. Torno a casa dal lavoro con il Sig. Tenace, abbastanza stremati entrambi perché il meteo qui a Montreal ieri è stato folle e anche solo camminare sul marciapiede dalla fermata del bus a casa è stata un'impresa. Le giornate che vanno così bisogna aggiustarle, e per me il primo modo per aggiustare una giornata difficile è cucinare.
Torta per la colazione sia, allora.
Prendo le riviste di cucina e propongo al Sig. Tenace la scelta tra due torte semplici, da colazione:
"Sig. Tenace, quale vuoi? Questa (indico la foto) torta alla farina di cocco, amarene e yogurt o questo (indico altra foto) plumcake di riso e cioccolato?"
Senza esitazione, punta il dito
"Questo"
Alberello di bigné con crema al limone. 

"No, sig. Tenace, non ci siamo capiti. Queeeesto (schiaccio il mio indice sulla foto della torta al cocco) o queeeesto (metto foto del plumcake sotto il suo naso)?"
Lui, irremovibile, indica di nuovo l'alberello.
"Va bene, Sig. Tenace, scelta perfetta, sono d'accordo. Vada per il plumcake di riso!".

Nel frattempo torna a casa il Teodolindo. Ha un polso gonfio e viola perché la mattina è caduto sul ghiaccio. Con in braccio il Sig. Tenace.
Gli dico di riposarsi, che mi occupo io della cena, quindi i due uomini di casa si sistemano sul pavimento a giocare. Ma io sono a due metri da loro, presa dal fare una torta e la tentazione per il Sig. Tenace è troppo forte. Ricordo a chi legge che la cucina, per il Sig. Tenace, è una cosa seria.
La scena per l'ora successiva è la seguente:
Il Teodolindo e Sig. Tenace giocano tranquilli.
Io prendo le uova e mi appresto a separare i tuorli dagli albumi.
Il Sig. Tenace se ne accorge, molla tutto, dice al Teodolindo "Aspetta qui!", viene al tavolo, separa gli albumi dai tuorli e poi torna a giocare.
Io tiro fuori dall'armadietto lo sbattitore per montare gli albumi a neve.
Il Sig. Tenace scatta (sia mai che qualcun altro in casa possa usare lo sbattitore. È sua proprietà privata), ripete al Teodolindo "Aspetta!", corre da me, monta a neve gli albumi e poi torna al gioco.
Uno stress, povero bambino.
Notare che giocavano a fare una torta con il playdoh.

Foto fatta stamattina alle 6.10, da cui l'illuminazione


Questa è la ricetta.

500 ml di latte
150 g di riso (o proverei anche con il miglio)
80 g di burro ammorbidito
80 g di zucchero di canna
3 uova
50 g di cioccolato amaro (io 70%)
un pugno di mirtilli rossi o uvetta o ciliegie

Portare il latte a ebollizione. Versarci il riso e far cuocere a fuoco medio, mescolando di tanto in tanto, per 20 minuti. Frullarlo con il frullatore ad immersione fino a consistenza desiderata: preferite che si sentano i chicchi? Non frullatelo.
Separare i tuorli dagli albumi. In una ciotola mescolare i tuorli con lo zucchero ed il burro. Aggiungere il riso, il cioccolato e i mirtilli rossi. In ultimo incorporare gli albumi montati a neve.
Versare il tutto in uno stampo per plumcake imburrato.
Far cuocere in forno preriscaldato a 160 gradi C per 40 minuti.

La consistenza è molto particolare, a metà tra un budino ed una torta tradizionale. È golosissima e perfetta se si vuole variare un po' rispetto alle solite torte da colazione.

When the little hand gets in the way...




Monday, January 23, 2017

Il mio comodino. Gennaio 2017

Ho in mente di fotografare il mio comodino una volta al mese, per un anno. Questo è il proposito, poi vediamo se riesco a tenere fede al progetto o se non mi perdo via.

In data 15 gennaio il mio comodino si presentava così:



Per caso, o forse non per caso, il comodino è condiviso da tre donne che secondo me andrebbero molto d'accordo tra loro. Le presento in ordine di anzianità:

Elisabeth Catez, meglio nota come Elisabetta della Trinità.
Leggo una pagina o due delle sue Opere Complete ogni sera. È un cioccolatino per l'anima che mi gusto prima di dormire, ma sono a pagina 620, la scatola sta per finire.

"Crois toujours à l'amour" malgré tout ce qui se passe.

"C'est la simplicité qui rend à Dieu honneur et louange... C'est elle qui nous transportera dans la profondeur où Dieu habite."


["Credi sempre all'amore" qualunque cosa accada.
È la semplicità che dà gloria e onore a Dio. È essa che ci trasporterà negli abissi in cui Dio abita.]


Rebecca Solnit, "Men explain things to me".
Uno di quei libri che riescono contemporaneamente a farti infuriare, a consolarti e a farti sperare. Spero in un mondo in cui donne e uomini siano più consapevoli di un concetto come quello del mansplaining, auspicando che la consapevolezza porti al cambiamento.

Per inciso, dicesi mansplaining quel fenomeno per cui gli uomini danno spiegazioni alle donne, spesso in tono paternalistico, su argomenti ovvi o in cui la donna in questione è esperta, partendo dal presupposto che loro ne sanno di più o che comunque sanno spiegarlo meglio. Lo so, se siete donne sapete benissimo di cosa sto parlando.

"Men explain things to me, still. And no man has ever apologized for explaining, wrongly, things that I know and they don't. Not yet, but accordingly to the actuarial tables, I may have another forty-something years to live, more or less, so it could happen. Though I am not holding my breath."
[Gli uomini continuano a spiegarmi cose. E nessun uomo si è mai scusato per avermi spiegato, in modo incorretto, cose che io so e loro no. Almeno non ancora, ma secondo le aspettative attuali, io potrei avere ancora una quarantina di anni da vivere, quindi può sempre succedere. Anche se non sto qui con il fiato sospeso.]

Silvia Pareschi, "I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani".
Questo libro mi ha sorpreso. Frequento il blog di Silvia assiduamente e lei è di casa da queste parti. Di conseguenza, avevo già sentito, in forma ridotta o diversa, la maggior parte delle storie che lei racconta nel libro. Mi aspettavo quindi di ritrovare qualcosa di noto, e invece, per quanto molti elementi siano familiari (le sorelle della perpetua indulgenza, la residenza di Carl Djerassi,...) il libro mi tiene attaccata alle pagine come se stessi leggendo un giallo. Familiarità unita a sorpresa: ditemi voi se queste non sono le caratteristiche perfette di un buon libro.
E così lo centellino. Un racconto a sera al massimo. Un po' come quando stai prendendo un bicchiere di vino con un'amica e vuoi che duri molto di più di quei 150 cc.

"Già, i puma. Oggi ho portato con me un bastone, sembra che insieme al ruggito sia un elemento di protezione essenziale. La cosa migliore, però, sarebbe riuscire ad assestare un calcio sul naso dell'animale. Così dicono. Immagino la scena: io che ruggisco, roteando un bastone e alzando la gamba in un'agile mossa di kick boxing."






P.S. le traduzioni, come al solito, sono le mie personali, quindi molto approssimative...

Tuesday, January 10, 2017

When in Canada...

...do as Canadians do.
O, parlando come magnamo, "paese che vai, usanza che trovi".

Stamattina ho accompagnato all'asilo il Sig. Tenace. Succede di rado, poiché di solito è il Teodolindo a portarlo ed io a recuperarlo, ma stasera lavorerò fino a tardi così ci siamo invertiti il compito. Non che mi dispiacesse, anzi, perché oggi è un giorno speciale: da oggi, ogni martedì fino a marzo, la classe del Sig. Tenace e quella dei bambini di un anno più grandi andranno a pattinare sul ghiaccio.




Il Sig. Tenace era eccitato e io forse più di lui. Si è caricato sulle spalle il suo zainetto con dentro i pattini e il caschetto appeso fuori. Poi ci ha infilato anche due cerotti, non si sa mai.

Siamo arrivati all'asilo e ho potuto vedere 16 infanti tra i 3 e 4 anni galvanizzati, tutti con già addosso la tuta da sci, guanti e cappello e sulla schiena lo zaino con il prezioso contenuto. Ora, la regola è che lo zaino debba essere di dimensioni e peso tale da poter essere portato dal bambino. Per la stazza e forza del Sig. Tenace non è affatto un problema, ma io vedevo alcune sue compagne che pesano quei 6-7 kg meno del nostro eroe e mi chiedevo non tanto come arrivino alla pista da pattinaggio, ma soprattutto come possano ritornare indietro dopo aver pattinato per due ore a -15 gradi.

Le maestre erano le più rilassate del mondo. Ben abituate a portarli fuori ogni giorno, non erano sicuramente spaventate da un laghetto ghiacciato con sopra 16 bambini sui pattini, mentre la parte pessimista che è in me immaginava scenari con traumi cranici e dita amputate da pattinatori in erba.
Quando ce l'avevano comunicato il Teodolindo ed io avevamo strabuzzato gli occhi: "Ma come?! A questa età? Sul ghiaccio? Ma sono piccini!". La maestra del Sig. Tenace aveva sorriso bonariamente: "Qui in Canada tutti sono sui pattini a tre anni!".

Per alcuni bambini sarà la prima volta in assoluto sui pattini, per il Sig. Tenace la seconda. Non potevo perdermi il suo battesimo del ghiaccio, perché a me pattinare piace proprio tanto, e così qualche giorno fa l'abbiamo portato al Lac aux Castors, accompagnati da amici provetti pattinatori che l'hanno aiutato in modo superbo (Grazie Silvia S.!). Questa una foto di quel giorno.

Ancora troppo affascinato dai pattini per alzare la testa...


L'altra abitudine tipicamente canadese che ormai abbiamo sdoganato è il pisolino sul bob. Non potendo, quando c'è troppa neve, usare il passeggino, qui si utilizzano bob e slittini per trasportare i bambini. E così ogni tanto si vedono genitori che tirano bob con dentro bambini dormienti. Lo scorso inverno il Sig. Tenace è sempre stato troppo eccitato dall'usare il bob per contemplare l'idea di dormirci dentro, mentre quest'anno le cose sono cambiate e questo era lui il 31 dicembre scorso, mentre eravamo usciti per fare due commissioni:

Coperto di neve, il Sig. Tenace se la dorme mentre il Teodolindo gli sistema dentro il bob la gamba che oramai faceva da spazzaneve 


Il Teodolindo, chi lo conosce di persona può immaginarselo, era a dir poco imbarazzato: "Mi sembra di portare in giro una salma!". Sorrideva ai passanti, peraltro per nulla sconcertati dal Sig. Tenace ronfante, e diceva: "Sta dormendo!". Quelli lo guardavano come dire "Embe'?! Sai che roba!".
Boh, forse le abitudini le stiamo prendendo, ma dentro siamo ancora molto italiani...





Nota: può darsi che le foto del Sig. Tenace, per quanto in esse sia poco riconoscibile, scompaiano dal post tra qualche giorno. Avviso per chi dovesse passare di qua in futuro.



Sunday, January 8, 2017

Per l'anno che inizia

Ti benedica il Signore 
e ti protegga.
Il Signore faccia splendere il suo volto su di te 
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga su di te il suo volto 
e ti conceda pace. 
Dal libro dei Numeri

Per voi che passate di qui, questo il mio augurio per l'anno che inizia: che una luce divina possa splendere sui vostri volti e che possiate essere, per chi vi incontra, lampada che illumina il cammino in questi tempi che si preannunciano piuttosto bui.