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Thursday, March 21, 2019

Piccole scimmie crescono

L'avevo detto fin da subito che la SignoRina ci ricordava una scimmietta. Aveva credo due giorni, il Teodolindo ed io la guardavamo beati, lei tutta occhi e poca, pochissima ciccia, e dicevamo: "La nostra scimmietta".
Da allora credo che il mio cervello si sia riprogrammato. Avete presente quegli studi per cui si fa sentire ad una neomamma il pianto di un bebe e quella produce latte immediatamente? Ad una mia conoscenza urgentista, rientrata forse troppo presto dalla maternita', e' pure capitato di bagnarsi il camice in pronto soccorso mentre si occupava di un pazienti neonato... Che voi immaginate le facce dei genitori... Ma sorvoliamo. Non intendo necessariamente la produzione di latte, e non intendo necessariamente il pianto di un neonato, ma sono sicura che chi legge, anche quelli che genitori non sono, hanno capito.
Dicevo, quella reazione li', quel tipo di riflesso fisico che il nostro cervello primitivo guidato dalle emozioni scatena senza che noi possiamo controllare? 

Ecco. Io, dalla nascita della SignoRina, non riesco piu a vedere scimmie con i loro piccoli e non sciogliermi come un ghiacciolo in spiaggia. Che volete, ognuno ha le sue di reazioni animali.
Coincidenza vuole che, otto mesi fa, allo zoo di Dallas ci sia stato l'evento eccezionale della nascita di un piccolo di gorilla. Saambili, l'hanno chiamata.
Saambili è uguale alla SignoRina.
Se non la conoscete, procedo subito a colmare la lacuna:




Su facebook e instagram circolavano video di mamma gorilla e Saambili: Saambili attaccata al seno, Saambili che dorme, Sambili che gioca. E io a guardare e commuovermi. Oggigiorno il mio feed di instagram è un terzo cibo, un terzo vestiti, e un terzo scimmie. Sono ridotta così.

Saambili cresce.

Oh. E Saambili resta uguale uguale spiccicata alla SignoRina.
Non fisicamente, sia chiaro, ché la SignoRina è decisamente meno pelosa e ha il nasino più fine.
Ma il comportamento e lo stile di attaccamento alla madre sono identici. E pure gli occhioni neri.

Questo video poi ne è stata la conferma. Se non fosse che ho un alibi di ferro, perché a Dallas non ho mai messo piede, qualcuno potrebbe pensare che la coppia madre-figlia nel video siamo io e la SignoRina qualche mese fa, con due costumi di carnevale.
Eccoci.


Le prove:
-la piccola sta attaccata alla mamma come un mitile allo scoglio;
-la piccola prova a resistere a Morfeo con tutte le sue forze: "Non devo cedere. Ce la posso fare. Non devo addormentarmi";
-la mamma muore di sonno;
-la mamma è rassegnata;
-la mamma si consola con il cibo;
-la mamma prova a dormire, con la sua meraviglia tra le braccia, in qualsiasi posizione;
-mentre la genitrice prova ad appisolarsi, la piccola la pizzica ripetutamente, sia mai che si dimenticasse di averla vicino (al minuto0:34). La differenza in questo caso è che la SignoRina mi pizzica i nei, che probabilmente la gorilla non ha, ed è arrivata a strapparmene parzialmente uno...

È che per me non c'è stato nulla come la maternità biologica per farmi ricordare che siamo animali. Siamo scimmie, con qualche funzione cerebrale diversa, ma siamo scimmie.
Poi boh, saranno mie proiezioni, ma io vedo in quella mamma gorilla la rassegnazione della felicità, o la felicità della rassegnazione. È così, e così deve essere. Lei ha bisogno di me, io ci sono. Non sarà per sempre e il tempo corre in fretta. Fai tesoro di questi momenti. La fatica passa e non la ricorderai poi tanto. Ricorderai invece quegli occhi neri e la manina che esplora la tua pelle.


E se adesso vi ho contagiato con la passione per i primati e la loro progenie, andate sul canale youtube dello zoo di Dallas, perché è nata la sorellina di Saambili :)





Monday, March 11, 2019

Sul giorno internazionale della donna

Pochi giorni fa è stata la Festa della donna.
Io ho visto passare post sulla mia pagina facebook e, devo ammettere, mi sono sentita a disagio con molti di essi.
Il punto è che molte delle mie amiche su facebook hanno pubblicato parole del genere:
"Insegnerò a mia figlia che può essere quello che vuole, vestirsi come vuole, amare chi vuole, fare il lavoro che vuole,..."
O, più in generale:
"C'è bisogno di educare le donne di domani al reclamare i propri diritti, seguire i propri sogni e diventare le donne che cambieranno il mondo". 

Uhm, perché mi dà così fastidio? Sono forse in disaccordo con tali affermazioni? Certo che no.

Eppure, sono molto infastidita.

Quel che mi ha infastidito è che, a mio modesto parere, insistere sull'importanza dell'educazione delle femmine nel giorno internazionale della donna metta la responsabilità dell'ineguaglianza di genere su di lei, che in realtà ne è la vittima.

Penso davvero che educando la SignoRina lei riuscirà ad evitare o a subire minori diseguaglianze di genere rispetto a me?
Non proprio.
Voglio davvero che mia figlia pensi che sta a lei realizzarsi nella vita, deve solo crederci?
Direi di no.
O donne là fuori, ve ne accorgete? Siamo cresciute convinte che se non arriviamo dove vogliamo è colpa nostra, ci hanno fatto credere che è perché non conosciamo abbastanza i nostri diritti o perché non vogliamo davvero seguire i nostri sogni.
Questo pensiero non è forse parente più o meno alla lontana del vecchio "Se si è vestita in quel modo, se l'è andata a cercare"?
Di chi è la responsabilità delle inequità di genere?
Di chi dobbiamo cambiare la mentalità se vogliamo davvero che le cose cambino?
Non è che forse è quella dei maschi?!




Si sa, ho un figlio maschio e una figlia femmina.

Sono profondamente convita che il Teodolindo ed io avremo probabilità più alte di contribuire all'appianamento delle inequità di genere se educhiamo il Sig. Tenace in un modo in cui le generazioni maschili precedenti non sono state educate (abbastanza):
-insegnandogli che quel che otterrà nella vita potrebbe non essere solo il risultato dei suoi meriti, ma che il privilegio di essere maschio gioca un ruolo enorme;
-insegnandogli che, anche se ugualmente competenti, un uomo ha probabilità maggiori di una donna di essere scelto per un lavoro;
-o, in alternativa, che una donna che arriva alla stessa posizione di un uomo, ha dovuto faticare e sacrificarsi due volte tanto per essere dove è;
-insegnandogli che non deve sempre avere l'ultima parola in una conversazione con una donna perché lui ne sa di più, perché si dà il caso che non sia sempre vero... E soprattutto che non dovrà mai cercare di spiegare ad una donna quello che lei ha appena detto (dicesi "mansplaining", vi suona familiare?);
-insegnadogli cos'è il consenso, fin da ora che ha sei anni. E in questo la scuola ci aiuta perche ne hanno già parlato :)
-fornendogli modelli di mascolinità che siano diversi dal classico macho. A questo proposito questo libro è nella nostra lista dei desideri.
-essendo, il Teodolindo ed io, esempi quotidiani di equità di genere nella gestione della nostra famiglia ed esigere dai nostri figli lo stesso;
-(aggiungete pure nei commenti)...


E solo allora insegnerò alla SignoRina, nel modo più appassionato possibile, quali sono i suoi diritti e come lottare per essi.




(mi sono sfogata, sto meglio)