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Friday, July 31, 2015

C'è un bambino nell'altra stanza

Siamo arrivati a casa. Il Signor Tenace, il Teodolindo ed io.

Dal giorno del rientro, il Signor Tenace si sta chiedendo perché caspita si trovi dall'altra parte del mondo, in luoghi e ambienti sconosciuti, tra rumori, odori e sapori ignoti, in mezzo a gente diversa tra cui riconosce solo il bel biondino e la graziosa morettina che un giorno di due settimane fa l'hanno incontrato in Cina e non l'han piu mollato. Tenendo fede al suo nome, il signorino esprime tenacemente le sue perplessità ed inquietudini rispetto alla situazione attuale con multiformi manifestazioni di rabbia, pena e disappunto. Tutte pienamente comprensibili, visto il contesto.
A parte i momenti di sconforto, il Sig. Tenace è adorabile, molto simpatico, ed è già salito sul podio della classifica delle persone che più mi fanno ridere al mondo.

Il Teodolindo ed io viviamo in uno stato che va dall'incredulità tipo "Ma che caz...??!" all'inesprimibile meraviglia, stato che ben si riassume in quanto capitato la seconda sera dopo il nostro rientro a Montreal:
Io, già a letto esausta, vedo entrare in camera il Teodolindo con occhi sbarrati:
"Oh, Robi, c'è un bambino nell'altra stanza!"
"Sì, caro, è nostro figlio. Vieni, riposa un po' che ne hai bisogno."




Durante il viaggio ho tenuto un diario che inviavo alle nostre famiglie. Ne condividerò alcune pagine qui prossimamente. Da parte del Teodolindo e mia, un grazie di cuore a tutti quelli che hanno avuto pensieri per noi in queste settimane.

6 novembre 2016: aggiornamento
Dopo alcune riflessioni, ho deciso di cancellare i post relativi al nostro viaggio in Cina durante il quale siamo diventati i genitori del Sig. Tenace. Quelle pagine appartengono a lui, fanno parte della sua storia, la più intima, e oggi ritengo che non sia mio diritto condividerle pubblicamente. Grazie comunque a chi le aveva commentate e ci aveva seguiti con affetto in quei giorni.

Friday, July 10, 2015

Si parte

Allora noi si parte.
Sarà uno di quei viaggi che marcano un cambiamento,  e io mi sento pronta a cambiare.

La solita, amata, Louise Bourgeois, 2001 (moma.org)

Sunday, July 5, 2015

Lemon pancakes

Ogni volta che mi avanza un po' di ricotta, o meglio, che avanzo di proposito un po' di ricotta, so che è il momento dei pancakes al limone perché, come si legge nella bibbia della colazione*

"These pancakes make you sit up and take notice"



parafrasando, son così buoni che non puoi non imparare a farli. Subito. Ma la loro caratteristica distintiva, più che la bontà, è l'essere soffici e scioglievoli. Una nuvola profumata al limone.

La ricetta è talmente semplice, poi, che si impara a memoria e la difficoltà maggiore per me consiste nel dover prendere lo sbattitore per montare a neve gli albumi, aggeggio che si trova in un ripiano della cucina accessibile solo al Teodolindo o a me in piedi su una sedia. E con questo ho detto tutto: non ci sono scuse per non provarli.

Per due persone
2 uova, ovviamente felici
due cucchiai di farina (per me uno di sorgo e uno di tapioca)
un cucchiaio raso di zucchero di canna
la buccia grattugiata di mezzo limone
un cucchiaio di succo di limone
tre cucchiai di ricotta o mezza tazza, secondo i gusti
burro per la cottura

Separare i tuorli dagli albumi.
Montare a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale. Mescolare i tuorli con zucchero, farina, ricotta, scorza e succo di limone. Incorporare gli albumi montati a neve all'altro composto che alla fine deve risultare molto spumoso, così


Scaldare in una padella una noce di burro. Quando sfrigola, versare due cucchiaiate di composto e far cuocere due minuti, non di più. Il composto deve essere ancora morbido quando lo si gira. Far cuocere dall'altro lato un minutino appena.

Prima da un lato                                     poi dall'altro


Continuare fino ad esaurimento del composto. Io, per far prima, uso una padella piuttosto larga e ne cuocio due per volta.




Servire quando sono ancora caldi, irrorando con sciroppo d'acero abbondante.


Si sciolgono in bocca. Letteralmente.





*"The breakfast book" di Marion Cunningham. Ne avevo già parlato qui.

Thursday, July 2, 2015

Al lago

Qualche giorno fa il Teodolindo ed io ci siamo concessi un fine settimana en amoureux. L'atmosfera che lo ha preceduto, così come quella che lo ha accompagnato, aveva un sapore strano: quello dell'ultimo melone dell'estate, quando sai che dovrai aspettare un bel po' prima di gustarlo di nuovo, ma allo stesso tempo sai che ti aspettano le zucche, e le mele, e chissà quanta altra roba buona che arriverà nei mesi successivi.

Per la scelta della destinazione del nostro ultimo fine settimana da soli, prima dell'arrivo del signor Tenace, non ci sono stati dubbi: il lago Sacacomie.

guardando di qua...

...e guardando di là.

Immerso tra le foreste, l'unica traccia umana attorno a tutto il lago è l'omonimo albergo in cui noi abbiamo dormito.

Han cercato di contenere l'impatto ambientale, ci han provato, poi che ci siano riusciti...

Al Lac Sacacomie il Teodolindo ed io ci siamo dedicati alle nostre attività preferite quando siamo in vacanza in luoghi remoti: mangiare, bere, giocare a carte.
E poi quell'altra cosa. Quella che al Teodolindo piace tanto fare, almeno quanto a me piace fingere di apprezzare. 

Remare. 

Pur remando, sono riuscita a scattare una foto.
Anche due.

I differenti approcci alla canoa e al mondo del remo hanno comportato che il tragitto percorso con la nostra imbarcazione fosse all'incirca il seguente:



dove i giri in tondo documentano i momenti di anarchia in cui non riuscivamo a metterci d'accordo su dove andare e lo zig zag sulla via del ritorno illustra la fase in cui il Teodolindo si è ammutinato e ha deciso che avrei dovuto remare un po' io. Poi, avendo io sposato un gentiluomo, nonostante l'ammutinamento ha continuato a ripetere: "Stella, però dimmelo se sei troppo stanca e vuoi che ricominci a remare anch'io!", cosa che è avvenuta nell'ultimo tratto rettilineo per giungere a riva. 

Due cuori e una canoa.