Friday, February 23, 2018

La torta, subito



Tra poco sarà il compleanno del Sig. Tenace e noi, su sua richiesta, gli stiamo organizzando una festicciola con i suoi amici, qui a casa nostra. La festa si terrà tra le 10 del mattino e mezzogiorno;  grazie al cielo qui c'è l'usanza di indicare anche l'orario di fine delle feste, non solo quello di inizio. Ad alcuni dà fastidio, a molti è di sollievo. Noi che ci ritroveremo dodici cinquenni urlanti secondo voi a che gruppo apparteniamo?
Il taglio della torta, preceduto dalla canzoncina rigorosamente in tre  lingue  per non scontentare nessuno, avverrà quasi subito. Niente attese eterne.

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Tutto ciò perché il Teodolindo ed io siamo ben memori di quel racconto di Francesco Piccolo in "Momenti di trascurabile infelicità":
 "In ogni caso, è noto, le feste dei bambini non finiscono più. Non perché siano particolarmente lunghe; sei tu che vorresti che finissero mezz'ora dopo. E quindi guardi l'orologio all'inizio ogni minuti, poi meno, poi meno, poi meno. [...] Parecchio tempo lo trascorri a mangiare pizzette e patatine, a bere coca cola senza caffeina, a parlare con gli altri genitori che si vorrebbero ammazzare quanto ti vorresti ammazzare tu. Ma la maggior parte del tempo lo trascorri guardando nel vuoto, facendo finta di pensare a cose molto importanti della vita, mentre stai pensando a quale scusa pazzesca puoi trovare per dire che all'improvviso dovete andarvene, ma poi pensi che tuo figlio si dispiacerà, e non puoi farlo. E infatti gli chiedi speranzoso: ti stai divertendo? Ma quelli rispondono tutti di sì. Quando c'è uno che risponde no, cala un silenzio improvviso. Il genitore lo prende per mano e dice: forse è meglio se andiamo. E sono pronti ad andare e noi li guardiamo invidiosissimi e l'ultima speranza che abbiamo è la frase che dirà il genitore del festeggiato, una frase davanti alla quale bisogna arrivare preparati, e comunque non è detto che ce la si possa fare. Perché dipende da tanti fattori, ma più che altro dal tuo coraggio. Noialtri in quel momento tifiamo per il genitore del festeggiato, perché non desideriamo che qualcun altro riesca a fare quello che noi non possiamo fare. 
La frase arriva, implacabile.
Ma c'è la torta!
Il genitore che vuole andare via farfuglia, cerca di opporre resistenza, ma il genitore del festeggiato è forte del potere della gentilezza, oltre a quello del sadismo (anche lui avrà tentato altre volte di scappare via da una festa, e non glielo avranno permesso, gli hanno detto che c'era la torta; e uno dei motivi per cui ha organizzato questa festa è per desiderio di vendetta).
Dài, aspettate la torta e ve ne andate.
E noialtri adesso stiamo per goderci il momento più bello: il bambino e il genitore che si tolgono di nuovo il cappotto mentre dicono: vabbe', dài, aspettiamo la torta. 
[...]
Quando, dopo molto tempo, all'imbrunire, arriva la torta, tu, stressato, ne mangi in quantità smodata, e appena dopo cerchi di infilare il cappotto a tuo figlio, e arriva il genitore del festeggiato che dice: ma adesso apre i regali! Poi guarda tuo figlio e gli dice: apre anche il tuo! 
E tuo figlio, da solo, si sfila il cappotto."
Anche per i regali pensavamo di scamparla optando per un book swap party: i bambini, anziché portare un dono, sono invitati a portare un libro - nuovo o usato come preferiscono - da scambiare. Il Sig. Tenace, festeggiato, avrà la priorità nella scelta dopodiché a sorte toccherà agli altri. Niente cianfrusaglie per noi, e niente sbattimento per i genitori che si evitano di andare per negozi a cercare un regalo per un bambino che conoscono poco.
Illusi. Siamo stati degli illusi. 
La maestra del Sig Tenace, nostra informatrice personale, ci ha rotto l'incantesimo rivelandoci prima che il Sig. Tenace pare abbia promesso ai suoi amici che al party saranno serviti "pasta and chocolate cakes" (ma chi l'ha deciso?! Ti pare che cucino pasta alle nove del mattino?) e poi che i bambini discutono da giorni di quale libro porteranno e di quale vogliono accaparrarsi. 
Forse dovremmo dire ai genitori di vestirli in assetto da combattimento. Prevediamo due ore molto lunghe.



P.S. Il racconto di Piccolo l'ho malamente tagliato per esigenze di spazio, ma merita di essere letto per intero perché è spassoso, come del resto tutto il libro, divertentissimo.

Friday, February 9, 2018

I Valentini e chi come loro fa del bene alla gente

C'erano una volta Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli che dirigevano sapientemente e splendidamente la maison Valentino. Ad ogni stagione sfornavano sogni di stoffa che riempivano di bellezza gli occhi di chi guardava.



Un bel giorno, Maria Grazia Chiuri fu chiamata, prima donna da sempre, a creare per Dior e partì alla volta di Parigi, lasciando a Roma il suo compagno di sogni di stoffa.
Finisce male la favola?
Ma figuriamoci! Anzi, quest'anno i sogni si moltiplicano per due e su entrambe le passerelle sfilano vestiti che sono delle meraviglie.


Valentino HC SS 2018, basta una cintura blu

Valentino HC SS 2018 - Viola e verde insieme, meraviglia

Valentino HC SS2018, quei guanti e quel fiocco...

Valentino HC SS2018, mi ci sposerei con questo


Dior SS 2018, in bianco e nero

Dior SS 2018, mille occhi da ammirare

Ora, io li vorrei ringraziare i due Valentini, perché fanno del bene alla gente. Magari non salvano vite umane, non guariscono da malattie incurabili, certo chi dice il contrario, ma regalano arte, bellezza e leggerezza. E io, come immagino altri, ne ho sempre bisogno.