Monday, August 29, 2016

Post sconclusionato sul mio luogo di lavoro

Io lavoro qui.
Praticamente ad Hogwarts.


Per esser precisi, lavoro nel primo edificio a destra, quello sullo sfondo rispetto alle due torri, che alle due torri è collegato tramite un passaggio sospeso al terzo piano.
L'ospedale è stato voluto cosi da due signori scozzesi (ma va'!? Chi l'avrebbe mai detto?!) nel 1893. Fino all'anno scorso tutto il "castello" era occupato dall'enorme ospedale generale e, di lato, dal suo affiliato istituto neurologico (eccomi!).  La struttura è a dir poco fatiscente e dai costi di mantenimento proibitivi, quindi tutto il Royal Victoria Hospital è stato trasferito in un mega-polo ospedaliero fuori dal centro della città. Siamo rimasti noi e il castello semi vuoto.

Il Castello è a ridosso della montagna e ha più ingressi, di qua e di là dal monte. Il che vuol dire che si potevano ricevere indicazioni come la seguente:
"Prenda l'ascensore fino all'ottavo piano, faccia il corridoio alla sua destra fino ad un altro ascensore e quindi salga al terzo piano."
"No, scusi, se arrivo all'ottavo piano, poi scendo al terzo!"
"No, sale al terzo piano, perché dopo il corridoio l'ottavo piano diventa il primo piano".
Inutile dire quanti pazienti si perdessero regolarmente. Il Teodolindo, che era seguito lì per la celiachia, ogni qual volta dovesse fare una visita medica, mi chiedeva di accompagnarlo perché "poi so già che mi perdo e ti telefono e mi devi venire a recuperare".

Dal lato opposto alla montagna, l'ospedale dà direttamente sullo stadio Molson, dove giocano in casa i Montreal Alouettes, squadra della McGill di football americano.

Questa è la vista dalla finestra di dove lavoro io:

Io dalla mia finestra vedo lo stadio


Quando è giorno di partita, l'ospedale diventa un bunker blindato, in cui è difficile entrare ed è quasi impossibile uscire. Tutti gli accessi tradizionali sono bloccati e si deve fare un giro dall'alto. Conosco medici che vengono al lavoro alle sei, in quei giorni, per non dover fare giri dell'oca passando per il monte, pur di entrare a lavorare. Poi non sanno più come andare a casa.

Io immancabilmente dimentico quando giocano gli Alouettes e arrivo bella bella fischiettando in bicicletta quando vedo i posti di blocco che mi indicano che no, non posso proprio passare da lì. Per la cronaca, io di solito arrivo da dietro gli spalti, più o meno dove c'è il riflettore nella seconda foto. Nei giorni di partita quella zona è off-limits.
Così è stato venerdì scorso, quando ho dovuto scarpinare su per la montagna, dove ci sono le residenze studentesche, per poi ridiscendere. Ero in ritardo, così ad un certo punto ho pensato di tagliare su per il prato. Ero lì che imprecavo, contro me stessa che non guardo il calendario e contro gli Alouettes che fanno pure uno sport da traumi cranici, e vedo qualcosa che si muove accanto a me.
Una marmotta.
Tranquilla paciosa che fa colazione sul prato, e poi se ne va giù per il suo cammino.

la foto non è mia e la marmotta non so se sia la stessa vista da me, ma ci assomiglia molto


Niente, io penso che lavoro in un posto abbastanza assurdo.

Thursday, August 18, 2016

Due... quattro ingredienti per le frittelle

Queste sono in assoluto le frittelle più veloci, e tra le più buone, che io abbia mai assaggiato per colazione. Se ne trovano diverse varianti su internet sotto il nome di "two ingredient pancakes", perché la ricetta originale prevede solo banana e uova. Stop.
Io ho aggiunto due ingredientini che avevo a portata di mano, perché le volevo più golose.
A ricetta veloce, corrisponde post sintetico, quindi trascrivo la ricetta ed invito chiunque passi di qui a provarla. Sono di una semplicità estrema e di una bontà strabiliante.

Per sette-otto frittelle, ci vogliono

1 banana matura, schiacciata con la forchetta
2 uova
3 cucchiai di farina di mandorle, o di mandorle tritate (facoltativo)
1 manciata di mirtilli (facoltativo)

Sbattere le uova con la banana schiacciata, aggiungere la farina di mandorle e i mirtilli.
Mescolare.
Friggere in una padella in cui si è fatta sciogliere una noce di burro.
Servire con sciroppo d'acero.




In altre parole, come stupire e fare felice i propri uomini in una mattina qualunque, prima di andare al lavoro.

Monday, August 8, 2016

Un'altra idea di vacanza

A giugno siamo stati due settimane in Italia e chi vive lontano sa che il rientro in patria non coincide quasi mai con il concetto di "vacanza", visto che si passa il tempo tra una visita ad una zia e la cena con gli amici che non si vedono da mesi. Bello, ma non propriamente riposante.

Così, fin da prima di partire, il Teodolindo ed io avevamo concordato che, lungo l'estate, avremmo preso ancora qualche giorno di ferie da trascorrere in qualche bell'angolo del Quebec, soli noi tre.

Invece poi, riflettendoci, abbiamo capito che più che di momenti in famiglia avevamo bisogno di tempo per noi due soli, perché, come si dice in francese
Le premier enfant du couple est le couple.

o, parafrasando in italiano, "il primo figlio di ogni coppia è la coppia stessa".

Non potendo, però, e non volendo, lasciare il Sig. Tenace ad altri per tempi prolungati, ecco quindi che ce ne siamo venuti fuori con un'idea alternativa di vacanza. Questa.

Almeno una volta a settimana il Teodolindo ed io sgattaioliamo fuori dal lavoro e ci prendiamo delle lunghe pause pranzo. Ci diamo appuntamento in un locale in cui non siamo mai stati, e ci facciamo dei signori pranzi. E ci godiamo il fatto che i camerieri ci guardino o come due turisti in vacanza o come una coppia galeotta ("Conto insieme o conti separati, signori?").
Così facendo abbiamo scoperto alcuni posti che si sono rivelate piacevoli sorprese, soprattutto per i dettagli

Il nostro tavolo da Butterblume

Il nostro pranzo da Butterblume. Ravioli divini.

Il decoro e le stampe giganti del Cafe Falco (foto da qui). Ne voglio una.

Infine, lunedì scorso era un giorno di ponte per dove lavoro io. Non ho ben capito che ricorrenza fosse, ma si stava a casa. Il Teodolindo si è preso un giorno di ferie pure lui, abbiamo portato il Sig. Tenace all'asilo, come sempre, e poi ci siamo goduti una giornata intera per noi.

Non capitava da più di un anno. All'inizio sembravamo due adolescenti. Elettrizzati, e un filo ridicoli.

Avevamo deciso di dedicarci ad esplorare una zona della città che ci piace, ma non conosciamo molto: la vecchia Montreal, ovest. Quartiere elegante, altero. Da visitare con il naso all'insù.

Vieux Mtl West by Absurde Production (ovvero il nostro amico Roberto) on Vimeo.


Esplorare, per noi, significa girare senza meta, fermandoci per un caffè

Tommy's è il nostro nuovo coup de coeur. Foto da qui.

I nostri due "latte" con torta al limoncello senza glutine. Si scioglieva in bocca. Meravigliosa.



scoprendo nuovi artisti,



Feed. Lysanne Pepin, 2011.



poi pranzare all'ora che capita, prendendoci pure un cocktail perché siamo in vacanza, diamine!

Venice Montreal. Ovvero, la California in Quebec :)


Tacos, altro piatto in stile Pacific Beach e cocktail vodka e altra roba.


Alla fine, dal sentirci due ragazzini al primo appuntamento, siamo presto tornati ad essere quel che siamo: la miglior compagnia, l'uno dell'altra. E facciamo già programmi per il prossimo lunedì di vacanza insieme [a inizio settembre :)]