Thursday, August 31, 2017

Le reazioni del Sig. Tenace

E veniamo alle reazioni del Sig. Tenace.

Il punto è che era preparato all'arrivo di un fratello o di una sorella. Era stata la psicologa che ci segue per l'adozione che ci aveva detto di iniziare ad introdurre l'argomento: "Come sapete le procedure possono essere lunghe, ma possono anche essere rapide. Non potete permettervi di annunciargli che avrà un fratello e che, dopo neanche due mesi dall'annuncio, lui si trovi a fare un viaggio in Cina e poi a dividere casa con un bambino di due-tre anni". Giustamente.
Avevamo pertanto iniziato a dirgli che stavamo chiedendo a delle persone, tra cui la psicologa, di aiutarci a vedere se per caso potevamo diventare i genitori di un altro bambino nato in Cina, che sarebbe diventato suo fratello. Tutte le precauzioni del caso erano state prese: "Non sappiamo. Magari non capiterà mai. Vediamo. Ci stanno aiutando."
Fatto sta che 'sto fratello/sorella che probabilmente sarebbe arrivato dalla Cina era nei suoi pensieri.

E così, quando io sono rimasta incinta, il panico si è impossessato di noi anche per quel che riguardava il come dirlo al Sig. Tenace. Visto che siamo maturi, abbiamo pensato di rimandare l'annuncio a data da destinarsi, e comunque dopo la fine del primo trimestre. Se non fosse che io abbia iniziato a vomitare come la protagonista de l'Esorcista ogni mattina e che il Sig. Tenace abbia di conseguenza cominciato ad inquietarsi per la mia salute. "Mamma, stai male? Mamma, sputi sangue? (no, per fortuna no) Mamma fammi entrare, voglio vedere!"
A quel punto era chiaro che fosse meglio dirgli la verità, anche se prima del previsto.

"Sai, Sig. Tenace, quando vomito non è perché sono malata, ma perché c'è un bebè nella mia pancia e questo bebè è tuo fratello!"
(impassibile) "Mio fratello è in Cina"
"Uhm, mi sa che tuo fratello è nella mia pancia"
"Ah. Quindi prima era in Cina e adesso è nella tua pancia".
Ecco, mi sa che dobbiamo parlare mooolto.

Qualche giorno dopo il metabolismo della notizia si avviava ed il Sig. Tenace mi aspettava dopo il lavoro per mostrarmi la sua di pancia e annunciarmi:
"Mamma, guarda! C'è un bebè nella mia pancia e questo bebè è tuo fratello!"
"Uhm, Sig. Tenace, no, non funziona così."
"Allora è la sorella del papà?"
Ecco, mi sa che dobbiamo parlare un po' anche delle relazioni familiari. Aggiunto all'agenda. Abbiamo otto mesi, ce la possiamo fare.

L'immedesimazione con me ha raggiunto livelli un filino estremi quando ha iniziato ad annunciarci:
"Non sto molto bene", dopodiché si riempiva la bocca di acqua, correva in bagno, sentivamo lo sciacquone, poi usciva sorridendo e diceva "Ah. Adesso va meglio".
Lì è scattato un campanello di allarme, ma per fortuna l'identificazione si è autoesaurita nel giro di pochi giorni.

Alla fine piano piano si è abituato all'idea, grazie anche alla mia pancia che cresceva, nonostante per mesi lui abbia avuto più pancia di me e la cosa lo confondeva un po'.

Pingu-Sig Tenace e la gestazione

Giunse poi il momento di dirgli che fimmina era, la creatura.
Sera, seduti sul divano:
"Sai Sig. Tenace, il bebè nella mia pancia è una femmina. Avrai una sorella."
Sguardo fisso, nessuna reazione.
Va a letto, dopo la routine libro, lavaggio denti, canzoncina. Sempre nessuna reazione. Boh!
Al mattino al risveglio e, ancora disteso nel letto, mi dice:
"Io ho una sorella, Milo no".
Ma che bello! La prima reazione è stata la competizione con il suo amico-nemico dell'asilo! Fantastico. Di che essere contenti. Gli ho fatto promettere di non andare all'asilo a canzonare Milo con robe tipo "Io ho una sorella e tu no! Tié tié tié! Beccati questa, Milo!".

Evidentemente la competizione sui fratelli e' più diffusa di quanto non si creda 


Ora, qui la metto sull'ironico. Ma ciò non toglie che l'inizio non sia stato facile. I riferimenti alla mamma della Cina, e a quando lui era nella sua pancia sono stati presenti e tornano regolarmente. Ed è normale che sia così. Noi li affrontiamo e ne parliamo come e quando lui vuole. Sappiamo che sarà qualcosa che ci sarà anche dopo la nascita, e forse rimarrà sempre. Chissà come vivrà il vedere che sua sorella ha con noi genitori delle esperienze di vita e relazione che a lui sono state precluse? Staremo a vedere, per ora vigiliamo. E cerchiamo soprattutto di insistere sul fatto che ogni bambino è unico, come ogni relazione genitore-bambino. Non siamo di sicuro quelli che "Per me siete uguali! Non ci sono differenze! È come se tu fossi uscito dalla mia pancia!" perché non è vero, le differenze nelle loro vite sono palesi fin dall'inizio e lui lo sa meglio di noi. Non li ameremo allo stesso modo. Li ameremo in modo speciale, ognuno a modo suo. Perché loro due sono unici e meritano un amore unico. Ma questo potrebbe essere oggetto di un altro post.



Piccolo siparietto finale sulle reazioni di amici/amiche del Sig. Tenace all'asilo. Le riporto in lingua originale perché suonano meglio:

Bambina 1: "Qu'est-ce qu'il y a dans ta bedaine?" [cosa c'e' nella tua pancia]
Io: "Un bébé! C'est la petite sœur du Monsieur Resistant"
Bambina 1 recepisce il messaggio.
Il giorno dopo, Bambina 1: "Qu'est-ce qu'il y a dans ta bedaine?"
Io (di nuovo?): "Un bébé! C'est la petite sœur du Monsieur Resistant"
Bambina 1, abbastanza seccata: "Encore!?! Mais elle était déjà là hier!" [ancora?! Ma era già lì dentro ieri!] 
Fortunatamente le gravidanze durano più di un giorno...

Bambina 2, con aria disgustata: "What's in your stomach?"
Io: "It's a baby! It's Mr. Fighter's sister! You should be used to that: your mother just had your baby brother!"
Bambina 2: "Oh yeah. But you know, my mom is special".
Invece io sono assolutamente banale...

Bambina 3: "What's in your tummy? Is Mr Fighter's sister?"
Io: "Yes!"
Bambina 3: "Is she naked?"
Spero. Sarei sorpresa uscisse con addosso già una bella tutina...









Thursday, August 17, 2017

L'isola del principe

Quest'anno avevamo a disposizione solo una settimana di vacanza, per ragioni lavorative mie e del Teodolindo e perché io tra due mesi sarò a casa in ferie per sei mesi, come dice qualcuno al lavoro da me, congedo di maternità e certe robe le devo finire prima di partorire, possibilmente. 
Dove andiamo? 
Avevamo voglia di mare quindi le opzioni erano le seguenti:
Sicilia, come inizialmente pensato: troppo lontano.
Caraibi: vicino, ma virus Zika quindi per me fuori questione.
Costa Est degli Stati Uniti, ad esempio Cape Cod, o Maine: troppe ore di macchina, e poi chi c'ha voglia di trovarsi negli USA incinta di sette mesi? Se capita qualcosa, nonostante l'assicurazione, sono dei bei soldi da sborsare o quantomeno anticipare. 
Canada: sì, ma dove? 
Le Isole de la Madeleine? Un sogno, ma troppo isolate. Però, però... lì vicino non c'è forse Prince Edward Island? L'unica volta in cui ci siamo passati, per 24 ore, in transito verso les îles de la Madeleine, ci era sembrata molto suggestiva.

La scelta è stata fatta, e Prince Edward Island - la terra di Red soil, Blue Sea, Green Fields -  ci ha accolti e coccolati per otto giorni. Una meraviglia. Una vacanza che, per tanti motivi e momenti, ci ricorderemo. 
Di seguito alcune foto, che però non rendono giustizia alla bellezza dei luoghi.


Terra rossa, mare blu, prati verdi. PEI. Questa era la spiaggia vicino a casa.

PEI, soprattutto nella costa sud dove eravamo noi, è famosa per le maree. Al mattino l'acqua era bassa, si camminava per chilometri, e quando si era accaldati ci si buttava in una delle piscinette naturali.


Le robine nere che si vedono in lontananza sono persone. Abbiamo visto anche foche che io ho scambiato per subbaqqui.

Il Canada, si sa, è un paese enorme e con poca gente. PEI non fa eccezione. Non è stato infrequente essere gli unici in una spiaggia ed approfittare da soli del cielo e del mare. 

"Vieni, papa', andiamo a fare due passi fino in Nova Scotia!"

E se si guarda dall'altra parte? Se si volge lo sguardo verso l'entroterra?

Campi e fattorie a perdita d'occhio. Qui il Sig. Tenace passeggiava con la capretta George al guinzaglio.

Un'amica della capretta George, davanti al classico fienile rosso.

Di nuovo, verde e blu.
Ancora verde e blu. Questa volta dalla macchina in viaggio.


Quando rientri da un luogo e pensi già alla prossima volta in cui ci tornerai...