Saturday, February 1, 2014

Get lucky

Una cena di Dipartimento di inizio anno al Faculty Club della McGill può voler dire trovarsi seduti al tavolo con la collega e amica colombiana, la receptionista ivoriana, il nuovo impiegato greco, quella bosniaca e, ah sì, due canadesi.

Può voler dire che, mentre si chiacchiera tra una portata e l'altra, il dj italo-canadese, che per l'occasione ha voluto sfoggiare la tuta della nazionale italiana di calcio, metta come sottofondo musicale Ti amo di Umberto Tozzi e poi anche La mazurka di periferia. Tra l'altro resta da capire come il suddetto dj sia riuscito ad entrare al faculty club in tuta, visto il rigoroso dress code del posto, ma sorvoliamo.

Può anche voler dire trovare finalmente il tempo di parlare un po' di più con Juri, ingegnere ucraino che però qui fa il tecnico di radiologia, che aspetta il passaporto canadese per rinunciare a quello ucraino. E trovarsi a riflettere sulla sua risposta alla mia domanda se non gli spiaccia rinunciare alla cittadinanza ucraina: "Not that much, when you realize that you feel safe everywhere in the world except in your home country". 

Poi, finita la cena e finiti i discorsi di ringraziamento della primaria bolognese per l'anno passato, si abbassano le luci e la gente si scatena. Io resto sempre un po' perplessa di come si possa riuscire a lasciarsi andare in balli da discoteca con le stesse persone con cui ci sono rapporti di lavoro piuttosto formali, soprattutto qui in Canada, comunque io di sicuro non mi tiro indietro se c'è da ballare...

Ad una cena così, può benissimo capitare che il solito dj in tuta ad un certo punto metta un sirtaki remixato (velo pietoso sui gusti del dj) al quale, l'impiegato greco del front-desk si toglie la giacca con gesto teatrale, la getta sul pavimento e inizia a ballare il sirtaki. E tutte le altre quaranta persone attorno in cerchio a battere le mani a ritmo. Tutte tranne la primaria che riprende la danza con l'IPhone. Io la guardo e capisco che non bastano 25 anni qui da immigrata per smettere di sbalordirsi di quel che Montreal possa offrirti.

Alla cena di Dipartimento si ha invece la certezza matematica che alle 23.25 il medico canadese ottantenne dirà "Ballo solo tre canzoni poi vado a casa" e 45 minuti dopo sia ancora lì in pista a ballare YMCA e a ripetere "No, questa è davvero l'ultima". Cinque "ultime" dopo abbraccia, bacia e va davvero a casa.

E mentre il dj mette finalmente i Daft Punk, io ballo e per la prima volta in tre anni e mezzo conto quante nazionalità diverse ci siano dove lavoro.
Ne conto dieci solo tra i presenti.
In rigoroso ordine alfabetico: Algeria, Arabia Saudita, Armenia, Bosnia, Canada, Colombia, Costa d'Avorio, Grecia, Italia, Ucraina. Mancano almeno India e Corea. Senza poi contare le origini di quelli con passaporto canadese, ma lì si rischia di non finire più.

E per l'ennesima volta mi sento fortunata.



3 comments:

  1. Che spasso! Il medico ottantenne che balla YMCA mi è piaciuto un sacco. Però La mazurka di periferia no, ti prego! :-D

    ReplyDelete
    Replies
    1. Tieni conto che il medico ottantenne viene ancora a lavorare dalle 7 alle 4 tutti i giorni, tranne il giorno della festa che invece passa a casa a riposarsi in vista delle "follie" serali. E cosi', la sera, noi trentenni sbadigliamo e guardiamo l'ora e lui balla e dice al dj "Mettez Gloria Gaynor, svp! Mettez Gloria Gaynor!". Capito il tipo?

      Delete
    2. Allora Gloria Gaynor è il segreto dell'eterna giovinezza!

      Delete