Tuesday, February 4, 2014

Just a spoonful of sugar, ehm avocado, ...

Questa ricetta contribuisce alla soluzione del problema "Tuberi in inverno" che, per chi non lo conoscesse, appartiene alla stessa famiglia di "Peli superflui" e "Chili in eccesso". In altre parole, smaltimento di robe non troppo amate, ma inevitabili.

I tuberi - barbabietole, rape, topinambour, patate, radici in genere - sono infatti inevitabili almeno per chi come noi è socio di un'azienda agricola biologica e biodinamica della campagna quebecchese. 

Si dà il caso infatti che il Celiachindo ed io siamo arrivati qui in Canada animati dal proposito di mantenere fede al principio "Consapevolezza alimentare sempre; km zero quando si può". Facile in Italia dove abbondano verdure e legumi di ogni genere in ogni stagione. Più difficile a Montreal, dove un candido manto di neve e temperature quasi polari rendono il terreno un perfetto frigorifero, poco incline però alle coltivazioni, se non appunto quelle sotto terra. 
E così partenaires dell'azienda agricola, ci siamo trovati inaspettatamente (ok, sì, siamo ben ingenui) di fronte a panieri invernali bisettimanali di radici e poco altro. I montrealesi son felici, noi più o meno. 


In aiuto della povera coppia sepolta sotto pastinaca, radici daikon e barbabietole, giunse la cara Salpy, signora armena che lavora con me in ospedale e con cui ci scambiamo spesso ricette. Una delle sue ricette salva inverno è stata questa insalata di barbabietole e avocado. Meravigliosa e semplice, come molte cose meravigliose.

Presto fatto, si prendono barbabietole e avocado in quantità all'incirca uguali. Io di solito per due persone uso due grosse barbabietole e due avocado.
Si sbucciano le barbabietole, nel farlo ci si sporca per bene le mani di fucsia con il loro succo - fighissimo!-, si tagliano a cubetti, e si mettono a cuocere. Io le faccio al vapore perché si riempiono meno d'acqua, ma si possono anche bollire (in questo caso suggerirei di lasciarle intere).
Una volta cotte, si aspetta che si raffreddino. Nel frattempo si sbucciano gli avocado maturi. Si tagliano anch'essi a cubetti della stessa dimensione delle barbabietole. Si uniscono i due, e già si osserva la meraviglia dell'accostamento cromatico che a me piace da impazzire!
La saggia Salpy raccomanda di condirli con olio, sale, aceto di vino bianco e abbondante origano. E io così faccio: sia mai che non segua i suoi consigli culinari.


Suggerimento: ottima a cena, è ancora più buona il giorno dopo, quindi si presta perfettamente a essere portata a pranzo al lavoro. Noi l'abbiamo fatta ieri sera, era avanzata solo la porzione per una persona e, da buoni coniugi, ce la siamo litigata (Celiachindo: "Tesoro mio, prendi pure la pasta, che io mi porto l'insalata!", io: "Ma no, Celiachindo caro, prendi tu la pasta che devi ingrassare! L'insalata la prendo io!" Alla fine ha vinto lui...).


P.S. lo so che gli avocado non sono propriamente a km zero, ma qualche compromesso bisogna pur accettarlo ogni tanto. Gli avocado sono per noi quel "spoonful of sugar" che "helps the roots go down" nel frigorifero perché è martedì e tra due giorni arriva un nuovo paniere!

2 comments:

  1. Stavo pensando io di farti l'obiezione gni-gni sugli avocado, ma bando agli integralismi, quell'insalata è bellissima e allegra!

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  2. Ah guarda, io e gli integralismi stiamo proprio su due pianeti diversi. Anche perche' essere integralisti sul mangiare locale a Montreal, vorrebbe dire rischiare lo scorbuto o la pellagra ;)
    Preferisco il buon senso...
    PS falla l'insalata! E' strabuona oltre che bellissima.

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