Monday, September 1, 2014

La creazione di nuovi ricordi

Lo si sa, che i ricordi più antichi sono odori e sapori.

A me tornano nel naso l'odore pungente della paglia nella stalla della casa dei nonni, in Sicilia, e  l'odore del ragù che sobbolle in cucina, già alle dieci del mattino, in inverno.

Poi sento i sapori che più son radicati nella mia memoria. Le polpette di mia nonna, la pasta con le patate e cipolle, le melanzane alla parmigiana, mangiate fredde.

Questi ricordi hanno costruito la mia identità. Io sono dentro questi sapori e odori. C'è la me stessa bambina, poi ragazzina. Io mi ci ritrovo e mi riguardo.

Non sorprende allora che, quando sono in terra straniera, io senta prepotente riaffiorare quei ricordi. Non è solo nostalgia, non è solo che in Canada non ci sono le melanzane e i pomodori e le mozzarelle buone. Ma va là.
È che venendo qui ho subito uno sradicamento. Dolce, gentile, non traumatico, certo. Ma le mie radici non poggiano più su quella terra da cui si sono nutrite per trent'anni. E allora chiamano quei vecchi sapori e odori per ricordarsi chi sono e da dove vengono.

È un gioco continuo. Mi costruisco, cambio, e però devo sempre guardarmi indietro per conoscere poi la direzione del cambiamento, per non trovarmi poi persa.


A vivere in terra straniera, si finisce che le proprie radici, oltre a nutrirle di ricordi passati, le si rinvigorisca con ricordi nuovi. Con sapori e odori che non appartengono alla mia storia, ma che lo saranno a partire da ora, e in parte lo sono già.

Il cake al peanut butter (la bambina che ero non ci avrebbe mai creduto).
La vellutata di barbabietole in inverno.

E questa torta rovesciata ai frutti di bosco?


Il tempo lo dirà.

Va fatta ad estate inoltrata, perché vuole i mirtilli e gli altri petits fruits, e mangiata a colazione sul terrazzo assolato, il sabato mattina alle sette e mezza, parlando a bassa voce perché attorno i vicini dormono ancora.

È una ricetta del Quebec ed è la prova del fatto che anche il mio cucinare sta cambiando, perché ho dovuto imparare ad usare le cups come unità di misura e perché posso permettermi di fare una torta con quantità di mirtilli e cassis che in Italia pagherei oro e che qui ti tirano quasi dietro.

Ci si mette dieci minuti (dieci!) a prepararla e trenta a cuocerla.
Si preriscalda il forno a 180 gradi.

Si prendono:
due tazze di frutti di bosco (mirtilli, ribes, fragole, lamponi)
un cucchiaio di amido di mais o di farina di tapioca
due cucchiai di zucchero, meglio se di canna
Si mischiano insieme e li si lascia da parte.

Poi:
3/4 di tazza di farina (per me, 1/2 tazza di farina di riso bruno + 1/4 di farina di tapioca)
due cucchiai di zucchero di canna
un cucchiaino di lievito
un cucchiaino di bicarbonato
cannella e noce moscata a piacere
Si mischia il tutto e si lascia da parte.

Poi ancora:
1/2 tazza di yogurt naturale
30 g circa di burro fuso, a fuoco molto dolce, e poi lasciato raffreddare

Infine:
si versano i frutti in una tortiera precedentemente imburrata. 
Si mischia il composto di farine con lo yogurt e il burro (se dovesse essere troppo denso, aggiungere un paio di cucchiai di latte) e lo si versa sopra ai frutti nella tortiera.
Si inforna per 30 minuti o fino a quando la superficie è bella dorata e la cucina è invasa di profumo di torta e frutti rossi...

La morte sua è con un po' di gelato alla crema o yogurt bianco...











2 comments:

  1. Mi piace molto questa idea di ricrearsi delle radici attraverso odori e sapori. Peccato che non so cucinare! :-D

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    1. Ma mica c'è bisogno di saper cucinare per annusare e gustare! ;)

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