Tuesday, June 16, 2015

I bambini fortunati

Ultimamente ci capita una cosa strana.
Quando raccontiamo a conoscenti, amici e familiari la lieta notizia dell'arrivo del Signor Tenace, uno dei commenti più frequenti che riceviamo è il seguente:
"È un bambino fortunato!"

a cui noi reagiamo più o meno così:



Ora, il Sig. Tenace ha poco più di due anni, trascorsi quasi interamente in un orfanotrofio cinese se si fa eccezione per i suoi primi tre giorni di vita, ha già conosciuto un reparto di chirurgia pediatrica per un intervento al volto, peraltro solo il primo di tre cui dovrà sottoporsi prima dell'età scolare, e si porta dietro un altro non piccolo problema di salute. Ecco, il Sig. Tenace non rientra propriamente nei nostri canoni di bambino fortunato, ma evidentemente esistono opinioni diverse.
Poi c'è quel pensiero fastidioso, quel presentimento che se, anziché del Sig. Tenace, noi avessimo annunciato l'arrivo di un bambino dalla mia pancia, questo commento non sarebbe stato così ricorrente. Forse questo presentimento deriva dal fatto che io non ricordi di essermi mai congratulata con coppie di neogenitori per il loro neonato figlio usando l'aggettivo "fortunato", e dire che io sono piuttosto fantasiosa in termini di aggettivi per bambini e che quasi tutti quei bambini erano oggettivamente più fortunati del Sig. Tenace.

Quindi, esattamente, di cosa stiamo parlando?

In questi frangenti io devo soffocare il mio istinto a rispondere di getto, perché altrimenti la mia risposta assomiglierebbe molto a qualcosa del genere
Spero tu non voglia insinuare che il Sig. Tenace debba baciarsi i gomiti per il fatto che noi due lo adottiamo e che quindi per lui è tutto grasso che cola quel che riceverà visto che noi già gli facciamo 'sto gran favore di sottrarlo alla miseria, poiché nulla gli era dovuto, e di conseguenza è già in debito con noi tutti. 
Ma, come il Teodolindo mi fa notare, io da qualche settimana mi sono trasformata in Raksha, la Mamma Lupa del Libro della Giungla che diventa una belva quando le si minacciano i cuccioli, siano essi lupetti o cuccioli d'uomo.

Raksha, la Diavola, affronta Shere Khan solo perché questa voleva mangiarsi Mowgli...


Quindi, preso atto della trasformazione avvenuta e di quanto io mi pentirei e vergognerei per parole mosse solo dall'istinto di protezione e non da un'analisi reale della situazione né tanto meno delle intenzioni di chi quel commento l'ha pronunciato, lascio sempre la parola al Teodolindo:

Caro amico,
grazie mille per la tua mail; è bello sentire vicini gli amici!
Non ti nascondo che però le tue parole mi hanno fatto pensare... Il Sig. Tenace è un bambino fortunato ad averci? No, io penso di no, i fortunati siamo noi! Lui riacquista solo un suo diritto, che è quello di avere due genitori che si prendano cura di lui, colmandolo di ogni attenzione e di amore. Torna semplicemente ad avere quello che gli spetta come essere umano e come bambino; non possiamo dire che sia fortunato. È suo diritto essere amato fisicamente e non solo da lontano o nel cuore, come sicuramente staranno facendo i due genitori biologici, obbligati - probabilmente per motivi politici e legislativi - a lasciarlo perché altri se ne prendano cura.
Ecco, forse questa è la sua fortuna: io e Roberta saremo un secondo papà e una seconda mamma e ci uniremo ai primi due nell'amarlo ogni giorno della nostra vita. Io penso che avere comunque quattro genitori che ti pensano, che ti vogliono bene e che a loro modo pregano per te sia una fortuna.  Purtroppo per lui di questi 4 genitori, ne conoscerà solo 2. Io e Roberta, dei quattro, siamo i suoi genitori fortunati.
Io mi sento fortunato perché ogni giorno che vedo i suoi video imparo cosa sia la voglia di vivere in mezzo alle difficoltà, il bisogno di essere combattivo ogni giorno (è la traduzione del suo nome) per sopravvivere. Lo ammiro e gli devo tanto, perché per ora da lui ho solo ricevuto. Quello che riceverà da noi, quindi, non è perché è fortunato ad avere noi, ma solo perché se lo merita in quanto bambino; anzi, se si potesse andare a prenderlo subito non sarebbe male... è già in credito con la sorte!
Un abbraccio,
F.

E bon, io leggo questa e-mail e sono felice di aver sposato il Teodolindo.



12 comments:

  1. Io penso cara Signora Raksha che quello spontaneo coro di "fortunato" voglia essere un complimento a voi e una dichiarazione che nella mala sorte è meglio incontrare belle persone che si occupino di te, che ti amino, che si impegnino a guidarti nella vita fino a quando avrai gambette forti per navigarci da solo; la sfortuna ci vede benissimo spesso. Sappiamo bene che un bambino abbandonato ha già un fardello pesante sulle spalle, sappiamo anche che se il bambino abbandonato ha problemi di salute è ancora più difficile il suo cammino sia per il dolore fisico affrontato da solo senza un abbraccio che contenga quella sofferenza, sia perché per questi bimbi si allungano i tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza. Spero che arrivi presto il giorno in cui potrete abbracciarvi e ad iniziare ad essere un fortunato conglomerato di amore

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    1. Grazie Amanda per la delicatezza con cui hai commentato.
      Hai centrato abbastanza il punto: il voler fare un complimento a noi (perché poi?) dicendo fortunato a lui e' una scelta di aggettivo piuttosto infelice e pure rischiosa. Il dare del fortunato a qualcuno implica di solito il fatto che quanto ricevuto non e' dovuto. "Sei stato fortunato!" dicono i compagni di corso al tizio che passa l'esame di fisiologia al primo colpo, magari invece si era fatto un culo tanto; "Puoi ritenerti fortunato che Giuseppa ti abbia sposato!" implica di solito che il marito, una come Giuseppa, non se la meritava molto. Pur capendo le intenzioni, credo sia bene fare attenzione alle parole.

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  2. semplicemente. vi adoro.
    un fiorellino di camelia bianca al sig. tenace (al di là del dizionario di victoria)

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    1. Franci cara. Il Sig. Tenace apprezzerà le tue camelie!

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  3. Sottoscrivo le parole di Amanda, ma anche le tue sul Teodolindo :-)

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  4. Applausi e ancora applausi al Teodolindo! Complimenti per aver dato una risposta cosi' sensibile, chiara e paziente...
    Io spesso mi limito a ridere e rispondere che semmai e' il contrario.
    Sono quei complimenti che io chiamo "della bisnonna", fatti con buone intenzioni ma che risultano terribili (tipo quelli che ti dicono: "Sei cosi' bella che non sembri te!", presente? Ecco, quella li' era la mia bisnonna).
    E' che c'e' culturalmente e storicamente la convinzione che l'adozione sia un atto di generosita' o di bonta' invece che semplicemente una strada, come altre, per costruire una famiglia.

    Fortunati voi... e fortunati noi, che vi leggiamo e cresciamo un po' assieme a voi mentre diventate una famiglia di 3!

    Alice Teodolindizzatrice (inscrizioni per il Fun club aperte)

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    1. Alice, non potrei essere più d'accordo! Hai detto dieci volte meglio in poche righe quel che io ho provato a dire in un post intero. Grazie!! Potrei invitarti ad essere il mio ghost writer, tanto lo sai cosa provo ;)

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  5. Sono arrivata a questo post di link in link e ho trovato le tue parole e quello del Teodolindo così vere!
    Metterò un link al tuo post sul mio blog, perchè spiegarlo meglio non si potrebbe.
    Io sono in attesa di andare dal mio piccolo guerriero Viet già da qualche mese: spero tanto di non dover attendere troppo e soprattutto che non lo debba fare lui......
    Un abbraccio e buon viaggio :-))
    Tornerò a trovarti qui...

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    1. Ciao Marcella, benvenuta!
      Grazie per le tue parole; ci fa piacere siano condivise da altri genitori adottivi.
      Ma il tuo blog e' aperto al pubblico?

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  6. grazie :-) di blog ne ho due in realtà: quello del primo viaggio adottivo http://hanoieritorno.blogspot.com che è pubblico e quello che è in divenire ed è protetto - http://ancoravietnam.blogspot.it/ ..e perchè questo secondo viaggio adottivo è stato parecchio lungo e denso di insidie..... Quando partiremo lo renderò pubblico, ma se vuoi passarci per leggere di noi mandami pure la tua mail che ti mando un invito per accedere (frutute@gmail.com). Ciao

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  7. Amen.
    Le parole di tuo marito non potevano essere più esatte.

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