Friday, July 14, 2017

Viaggiatori squisiti

"Vengono da lontano, molto lontano. Come è bella e lunga la strada che li ha portati a noi! Nati in Asia o dall'altra parte dell'oceano, nelle Americhe, nativi della Mesopotamia, o dell'Africa verdeggiante, della Persia o del Monte Ararat, molti di questi deliziosi viaggiatori hanno acquisito da molto tempo la nazionalità mediterranea".

Il soggetto non sono persone migranti, ma cibi, protagonisti assoluti del libro che è stato sul mio comodino per mesi e nel mio cuore da tempo.



L'avevo scovato in un localino mignon, ora purtroppo chiuso, che si chiamava "Les mots à la bouche", una libreria di libri di cucina con caffè e pasticceria incorporati. L'avevo adocchiato e subito comprato perché prometteva bene.
"Per questi frutti ed ortaggi seducenti e seduttori, nessun bisogno di lasciapassare, visto o passaporto. Nessuna tassa o imposta da pagare alla dogana. Attraversavano allegramente le frontiere, navigavano sugli oceani, i mari, i fiumi e i corsi d'acqua. Si imbarcavano su navi, dhows, feluche, galere e altre imbarcazioni, avendo per compagni di viaggio marinai, commercianti, pirati o avventurieri."

Ogni capitolo del libro è dedicato ad un alimento.
Si parte dal racconto delle origini e del percorso compiuto, e di come lo si usasse o mangiasse nei diversi paesi in cui questo è approdato.
Si passa poi al viaggio del nome, che è la mia parte preferita. Ad esempio, sesamo (latino, sesamum) deriva dal greco sesamon che a sua volta origina dal babilonese shawash-shamnu. Ma io mi sono sempre chiesta come mai il sesamo in Sicilia si chiami giurgiulena ed è a causa della dominazione araba sull'isola, poiché in arabo sesamo si dice juljulan, da cui deriva ajonjoli in spagnolo e, appunto, giurgiulena in siciliano.

Spesso il racconto diventa una dichiarazione d'amore a questi frutti della terra che hanno percorso migliaia di chilometri, come nel caso della melanzana:
"Mia bella nomade, resta libera, continua a viaggiare senza legami, usalo come uno stendardo questo tuo statuto di bohémienne seducente, tu o straniera davanti a cui tanto i principi quanto i mendicanti si meravigliano."
Il capitolo sull'albicocca. Lo leggi e ne senti il profumo e il sapore.


Credo che, quel giorno in libreria, questo libro mi abbia incuriosito soprattutto perché ero arrivata da poco più di un anno, e stavo scoprendo sulla mia pelle che tanti piatti e cibi che io credevo italiani, o addirittura piemontesi o siciliani, fossero in realtà condivisi da altre culture culinarie.
Un giorno avevo portato al lavoro un vassoietto di baci di dama fatti da me, secondo la ricetta della Elda, amica ottantenne di mia mamma, piemontese da generazioni. "Sono biscotti tipici della mia regione!", avevo detto presentandoli. Una collega li guarda, ne assaggia uno e quasi si commuove "Non sai cosa mi hai regalato, tu oggi! Questi sono identici ai biscotti che mi preparava sempre mia nonna! Non li mangiavo da almeno 30 anni!"
Li preparava sua nonna. In Armenia.
In altre occasioni è stata lei, che mi coccola molto, a portarmi una fetta di pizza armena, con sopra i semi di sesamo, o un'insalata di peperoni e olive nere. Ed ero io a ritrovare gusti familiari.
Per non parlare dei dolci che portavano gli specializzandi arabi alla fine del ramadan: tutti, seppur con nomi e forme diverse, già assaggiati in Sicilia, in occasione delle feste.

Noi figli del mediterraneo siamo la stessa cultura, mangiamo le stesse cose, condividiamo le stesse radici. Melanzane, carciofi, albicocche e caffè ce lo ricordano ogni giorno.



NB Le citazioni riportate sono tradotte da me, come al solito alla maniera un po' cazzona.

6 comments:

  1. ooohhh, questo sembrerebbe un libro che DEVO avere... chissà se è tradotto, dopo controllo.
    questa cosa delle origini comuni di piatti diversi mi affascina tantissimo, e davvero mi fa pensare che tutto il mondo è paese e quanto siamo cretini a farci le guerre.
    scrivendo sul food blog, che cerco di tenere bilingue, ho scoperto un bel po' di cose affascinanti. per esempio:
    - korma in lingua originale non è una ricetta, è semplicemente un modo di cucinare la carne
    - same for curry, che indica semplicemente un misto di ingredienti, non un ingrediente preciso
    - naan in persiano vuol dire… pane!
    - il curry masaman è un curry diverso da quelli classici thai, e infatti contiene ingredienti tipo chiodi di garofano e cannella che non sono tipici della thailandia; il motivo è che è una reinterpretazione di una ricetta persiana e infatti “masaman” sta per “musulmano”
    - il famoso tempura giapponese viene dal… portogallo! e la parola tempura viene dal latino quatuor tempora.
    insomma la gente viaggia, da sempre, e con la gente viaggia il cibo, e dovremmo ricordarcelo un po’ più spesso. quindi grazie per questo post!

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    1. Esatto. Sono perfettamente d'accordo. E anche i vari campanilismi del tipo "la cucina italiana e' la migliore al mondo" lasciano il tempo che trovano quando si scoprono tutte le contaminazioni che esistono da centinaia di anni. Lezioni di umiltà per tutti.

      PS quella del tempura non la sapevo!

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    2. Ti posso chiedere il titolo? Forse è nella prima foto, ma non riesco a caricarla!

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    3. Certo! Ho anche provato a ricaricare l'immagine, cosi' magari adesso riesci a visualizzarla. In ogni caso, il libro si intitola "Exquis promeneurs" di Monique Zetlaoui. Fa parte della collana L'Orient Gourmand, che io vorrei acquistare in blocco. http://www.actes-sud.fr/collection/sindbad/lorient-gourmand

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  2. L'ho cercato subito, ma c'è solo in francese. Uffa! :-(

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    1. Dannazione! Non me n'ero accorta che non fosse tradotto :-(
      Tra l'altro mi hai fatto pensare che e' meglio che io aggiunga che i testi nel post sono tradotti da me...

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