Wednesday, January 29, 2020

Kevin e Hannah

Abbiamo scoperto con il tempo che il Sig. Tenace è, o è diventato, un divoratore di storie. Quelle raccontate, con lui che ti guarda dritto negli occhi e ti vorrebbe succhiare il resto della trama direttamente dal cervello.
In un'epoca in cui si incoraggia al massimo - e giustamente - l'accesso dei bambini ai libri, e più sono meglio è, il Sig. Tenace è un fervente sostenitore della tradizione orale.
Non che disdegni il racconto scritto, sia chiaro, ma il fascino della storia inventata, raccontata al buio della sua camera prima di dormire, con lui sotto il piumone, be', quel fascino lì non ha per lui paragoni.

Il punto è che, in questa sua passione, è diventato sempre più esigente. Prima gli andava bene una storia, punto. Poi ha iniziato ad elaborare le richieste: "Mamma, mi racconti una storia con un leone e un astronauta, magari ambientata in Spagna?"
E io sono lì, al buio, che penso solo ad andare a dormire, e mi devo inventare rapidamente una trama che abbia un inizio, un senso e una fine. 
A volte, santa donna, mi è venuta in aiuto Amanda, che involontariamente ha pubblicato sul suo blog storie che ben potevano adattarsi alla buonanotte e io le ho usate spudoratamente. 

Ma come dicevo, le esigenze di mio figlio aumentano con il tempo.
Alimentato dalla sua più recente passione per i grandi felini, ha iniziato a chiedermi di raccontargli una storia in cui un felino veniva salvato. Qualcosa di terribile, che faceva paura, ma che poi finiva bene.
Fu così che, lì per lì, giusto per salvarmi il culo per quella sera e non pensarci più, inventai la storia di Kevin e Hannah, due fratelli che abitavano in Zambia e che per caso si trovavano a dover salvare un leone da un bracconiere che lo teneva in gabbia in casa sua per poterlo rivendere sul mercato americano.
Kevin e Hannah hanno avuto un successo inimmaginato.
La sera dopo: "Mi racconti un'altra storia di Kevin e Hannah?"
"Chi?!?"

Uno dei leoni salvati da Kevin e Hannah e restituiti al suo ambiente naturale


Dalla sera la fame di avventure di Kevin e Hannah si è allargata anche al viaggio del mattino verso la scuola. 
Pian piano i due fratelli zambiani hanno preso più forma e carattere. 
Kevin ha 9 anni, Hannah ne ha 7. 
Kevin è più riflessivo, Hannah ogni tanto viene presa dal mostro della rabbia di fronte alle ingiustizie. Kevin va molto bene in bicicletta, Hannah ha sempre con sé un binocolo che le permette di vedere lontano. 
Con il tempo la loro fama di animal rescuers si è diffusa in altri paesi vicini e poi addirittura a livello internazionale. Ricevono regolarmente telefonate e email da bambini che vivono in paesi lontani e che segnalano animali ingiustamente catturati o rapiti. Kevin e Hannah valutano le richieste, ne parlano con mamma e papà, poi vedono se sia il caso di agire (ovviamente la risposta è sempre sì).  

Allora vista la dimensione che 'sta saga stava prendendo, ho pensato di approfittarne per rompere la maggior parte degli stereotipi con cui le storie per bambini sono spesso scritte in automatico. 
Kevin e Hannah sono neri, vivono con il papà e la mamma a Lusaka, città di più di un milione di abitanti. Sono benestanti, la mamma è imprenditrice e le capita di viaggiare per lavoro. Ogni volta che ricevono una richiesta di aiuto, Kevin e Hannah si siedono con i genitori che discutono se possono permettersi il volo per quattro persone in quella parte del mondo. Il fatto che il Sig. Tenace sia discretamente abituato a questi discorsi li rende particolarmente reali.
I bambini che contattano Kevin e Hannah sono femmine, maschi, alcuni piccoli altri grandi. Sono già stati in India, Cina, Brasile, Canada, Perù, Italia, Spagna, Namibia. 
L'ultimo viaggio che hanno fatto è stato in Giappone, chiamati da Kumiko, una bambina che si era accorta di un panda rosso in pericolo (ignoro se in Giappone ci siano davvero i panda rossi: ero in pullman in mezzo alla calca, è stato il primo animale che mi è venuto in mente). In mezzo alla storia ho buttato lì che Kumiko era in sedia a rotelle e il Sig. Tenace mi ha subito interrotto: 
"Ah, non me l'avevi detto prima!"
"No, prima non era importante saperlo, adesso che devono salire sulla collina, te l'ho detto perché lei non può. Però lei con il suo tablet dirà loro da lontano se vanno nella direzione giusta"
"Ah, giusto".


Ora, se qualcuno passasse di qui e leggesse di Kevin e Hannah e fosse interessato a farci una bella collezione di libri per bambini, ditemelo. Non voglio scriverle io, né disegnarle. Voglio giusto il copyright. Chissà che ci possa fare qualche soldo extra per pagarci un volo aereo su quattro.




5 comments:

  1. Che belle storie! Perché non contatti Bianca Pitzorno? Potrebbe essere interessata alla tua idea, che merita di essere sviluppata.

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    1. Grazie Speranza, non avevo pensato a contattare nessuno... Sono troppo presa a trovare ogni giorno nuove storie (stamattina hanno salvato un'iguana).

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  2. Facciamo leggere a qualche illustratore questo post, ma perché non scriverle insieme tu e signor Tenace?

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    1. E perché invece non le scrivi tu, che scrivi molto meglio di me? Dai! Io e il Sig. Tenace facciamo una bozza della sceneggiatura, tu scrivi.

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