Saturday, September 20, 2014

Mangiare da soli

Mio marito è in viaggio per qualche giorno e così io mi ritrovo da sola, qui nella nostra casa.
Per chi e abituato a vivere quasi in simbiosi come noi, che da quando siamo immigrati qui condividiamo molte più cose di prima, il trovarsi poi di colpo nella propria casa senza l'altro fa sentire che qualcosa manca. Un corpo, nel mio caso alto un metro e ottantacinque per 67 kg di peso, che fa sentire la sua assenza soprattutto di notte, nel letto, che sembra - e lo è- mezzo vuoto.
A parte lo smarrimento iniziale, io finisco poi sempre per gustarmi questi momenti di solitudine. I pasti in particolare.
Mangiare da soli.

Questa mattina facevo colazione. Mi sono preparata la tavola, ho messo sul fuoco il bollitore. Poi ho preso dalla dispensa i cereali comprati da mio marito e dal frigo il latte di mandorle.
Ho anche preso un libro - adoro mangiare in compagnia di un libro - e mi sono apprestata a cominciare la mia colazione.

Ho sfogliato le pagine de "La cucina del buon gusto" di Simonetta Agnello Hornby fino ad arrivare proprio al capitolo in cui parla del mangiare da soli. Volevo rileggerlo.
Intanto ho versato i cereali nella ciotola, chiedendomi per quale razza di motivo il Teodolindo avesse comprato dei cereali con scorze di arancia, e poi li ho coperti con il latte di mandorla.
E mentre leggevo i racconti di Simonetta Agnello sui suoi pasti da sola, il profumo delle scorze d'arancia di 'sti benedetti cereali unito al gusto di mandorla del latte mi hanno improvvisamente ricordato il croccante di mandorle che mia nonna preparava sempre per Natale. Era uguale: il gusto potente delle mandorle tostate avvolto dallo zucchero profumato di succo e buccia di arance siciliane. A volte le si bruciacchiava, altre volte diceva che era troppo duro. Noi lo finivamo sempre, e non notavamo mai difetti.

Di colpo mi sono trovata a fare colazione non da sola, ma in compagnia di mia nonna.
Non ricordo una colazione migliore da tanto tempo.




11 comments:

  1. Mi piacciono questi tuoi post proustiani :-)

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    1. :D Che dici? Che sia l'autunno a rendermi proustiana? Tra un mese inizio un corso di degustazione vini e allora temo che i post potranno diventare bukowskiani :)

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    2. Che bello, vorrei farlo anch'io! Non si può sempre essere proustiani, a volte un po' di Bukowski ci vuole ;-)

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  2. Mi e' scesa una lacrima pensando alla tua bella colazione.

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  3. le nonne sono profumi ed amore
    ma hai sposato un giunco!

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    1. Ah be', grasso non e', non ci sono dubbi... E nel clou prima della diagnosi di celiachia era arrivato a 63 kg, con me, moglie italiana che per farlo ingrassare gli cucinavo pasta al forno, brioche, torte, pizza. Poi sono arrivati i risultati degli autoanticorpi: ops!

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  4. Anche io ho avuto una settimana per riflettere, più sulla separazione però che sulla solitudine.
    Bellissima questa colazione a base di ricordi e anche lo scambio di commenti tra te e Silvia!!

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    1. E tu come la vivi la separazione? Sono curiosa... Credo davvero che noi emigranti instauriamo relazioni di coppia particolari, che poi si sentono nella lontananza.

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    2. Ne parlo proprio nel mio ultimo post. Era pronto da qualche giorno, poi quell'evento del "figlio Tuo" lo ha preceduto. Questioni di priorità.
      La vivo male e la vivo bene, nella separazione trovo sempre sentimenti molto contrastanti. Anche perché va sempre a braccetto con la distanza, che è sempre tanta. Però, in quel dolore, riscopro emozioni che quando vivo il quotidiano tendo a dare per scontato.
      Concordo, stando lontani una coppia crea un legame che è unico nel suo genere. Per quanto non mi piaccia questo termine, si diventa indispensabili l'uno per l'altro.

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