Wednesday, September 11, 2013

Arcipelaghi

Constatavo or ora che io mi sono sempre sentita un'isola. E come tale le ricerco, le bramo, e trovo quella pace inscindibile dalla trepidazione solo quando metto piede su un'isola. Alla fine ci sono anche venuta a vivere, su un'isola, anche se sui generis
Constatavo pero' che, piu' che le isole, sono gli arcipelaghi che mi attraggono. 
Le isole che non sono sole. 
Le isole che sanno stare con altre isole per formare meraviglie. 
Ecco, pian piano nella mia vita io trovo le altre "isole" con cui sto bene e con cui costruire un arcipelago anche se mari, fiumi e tonnellate di acqua ci separano.


Sunday, July 21, 2013

Cielo di luglio

Dalla terrazza - from our terrace.

come delle pizzette

Ok, inutile negare che da quando la Celiachia e' tra noi, il problema pizza esiste. Va be', chiamarlo "problema" e' gia' tanto, perche' comunque di sciocchezzuole si tratta. In ogni caso la voglia di pizza ogni tanto arriva, sia a me che al Celiachindo.

Altro problema, e di nuovo stiamo a dire problema ma in realta' e' una scemenza, e' quello che attanaglia tutti coloro che nutrono, rinfrescano e fanno crescere quella gioia della vita che e' la pasta madre: cosa fare con i rinfreschi? Ecco. Io mai li butto. Piuttosto tengo in frigo un barattolo da mezzo chilo di pasta madre, ma gettarla no. Anche perche' sfido chiunque a gettare una pasta bianca, con bolle effervescenti, che profuma a meta' tra yogurt e champagne. Ma perche'? Si capisce che e' viva.

Ora, quando si dice che da due problemi nasce una soluzione (si dice? Mi sa che me lo sono inventato io adesso), un possibile risultato e' qui sotto.


Ho preso il rinfresco di pasta madre, diciamo 50-70 g circa, l'ho rinfrescata un'altra volta (quindi fuori dal frigo ho aggiunto un paio di cucchiai di farina di riso e acqua e l'ho tenuta coperta a temperatura ambiente per tre ore), dopodiche' gli ho aggiunto:

tre cucchiai di farina di ceci,
altrettanti di farina di riso bruno,
un pizzicone di sale,
un cucchiaino di bicarbonato, sempre sia lodato,
acqua q.b. fino a dare la consistenza di una pastella densa.

Ho lasciato riposare un quarto d'ora - venti minuti, quindi ho messo a scaldare un filo d'olio in una padella antiaderente (le mie son quelle di ceramica, non rivestite di teflon) e ho poi fatto cuocere a mo' di crepes un po' spesse delle abbondanti cucchiaiate di composto. Tre minuti da un lato, fino a quando sono comparse le bollicine in superficie, tre minuti dall'altro. Unica accortezza e' stata che non diventassero secche, ma restassero invece ben morbide. Come delle focaccine, in sostanza, ma cotte in padella.

Le ho poi condite con un sugo di pomodori perini freschi, sbollentati, spellati e passati in padella con olio e aglio, melanzane cotte al funghetto, mozzarella di bufala - costata un rene qui a Montreal - e ricotta di bufala. Le foglie di basilico han dato il profumo finale.
Ca va sans dire che quando mangiate in terrazzo, con un bicchiere di Soave Inama, sono il ritratto di una sera d'estate.


Saturday, July 20, 2013

Never sorry

(photo from here)



Maybe being powerful 
means to be fragile.
           
               Ai Weiwei. Never sorry, 2012.


Wednesday, July 17, 2013

Canadian graffiti


 

 
 
Un writer sognatore.  
A dreamer.

Il mio preferito, finora. La felicità è semplice. 
So far my favorite. Happiness is simple.

Wednesday, July 10, 2013

Coming home to Sicily, page 98

Finocchietto selvatico arrivato nel cesto settimanale della Ferme Cadet Roussel. Una magnifica sorpresa, ovviamente, per la ricevente che ha sangue siciliano.


Wild fennel arrived last night with the weekly delivery from the Farm Cadet Roussel. A very pleasant surprise for the one in the family that has Sicilian blood in her veins.


Ho subito pensato di provare le polpette di finocchietto selvatico che compaiono a pagina 98 del meraviglioso libro "Coming home to Sicily" di Fabrizia Lanza.
Ho quindi fatto cuocere il finocchietto in acqua bollente, non prima di averlo annusato e ammirato, e ancora annusato. Dopo 15 minuti l'ho scolato, fatto raffreddare e tritato con il coltello. Ho aggiunto un uovo, un bel po' di parmigiano, sale e pepe. Poi ho fritto il composto a cucchiaiate in olio di oliva extravergine. Questo il risultato.

I immediately thought about trying these wild fennel fritters as seen at page 98 of Coming home to Sicily by Fabrizia Lanza. So, after contemplating it and smelling it again and again, I cooked the wild fennel in boiling water for 15 minutes. Then, I drained it, let it cool and chopped it. I added one egg, some parmesan cheese (2-3 tablespoons), salt, pepper. Finally I deep-fried spoonfuls of the batter in hot extravirgin olive oil. The result is above.