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Wednesday, August 14, 2019

Una galette per la stagione delle raccolte

Da oramai più di un mese è iniziata la stagione delle raccolte - di frutta - che per me va di pari passo con la sindrome dello scoiattolo. 
Il calendario prevede il seguente ordine
fragole
lamponi
mirtilli
pere
prugne
mele
e zucche per finire

Noi della famiglia cerchiamo di farne il più possibile, fomentati dalla cara amica Silvia che mi invia prontamente messaggi su quali aziende e fattorie abbiano frutta al giusto grado di maturazione. 

Adesso siamo già nel periodo dei mirtilli, i preferiti miei e della SignoRina, la quale un giorno se ne è mangiati una tale quantità da preoccupare l'educatrice del nido una volta cambiato il pannolone e trovato il "prodotto interno" di colore nero... Ma sorvoliamo su questi particolari, visto che sto per scrivere una ricetta.

I kg di frutta portati a casa devono prontamente essere conservati, trasformati o cucinati. E se c'è una cosa che mi piace in modo speciale sono le ricette americane di torte e crostate con la frutta estiva. Mi chiedo come mai ce ne siano poche italiane al confronto, ma forse è semplicemente perché la frutta in Italia è talmente buona che sarebbe peccato cuocerla, e poi perché a me con il caldo italiano non è mai venuto in mente di accendere il forno.

Ad ogni modo, segnatevi questa ricetta. È spettacolare nella sua semplicità, non solo di esecuzione ma di sapore. Ha pochissimo zucchero, non ha uova ed è in pratica un involucro di pasta frolla che avvolge la frutta. 

Ricetta modificata da Smitten kitchen, mio riferimento per le ricette americane.

Come si vede in basso a sinistra, io evidentemente non avevo chiuso bene la frolla sulla frutta e il succo è uscito...
Fate come dico, non come faccio


Galette di fragole

Per la frutta
2 tazze di fragole o mirtilli o un misto di frutti di bosco
3-4 cucchiai di zucchero grezzo di canna
2 cucchiai di amido di mais o di tapioca

Mescolare i tre ingredienti in una ciotola e lasciare riposare perché la frutta assorba zucchero e amidi.
Nel frattempo preparare la frolla.

Per la frolla
150 g di farina (per versione senza glutine, 1/2 tazza di farina di riso integrale, 1/4 di farina di tapioca, 1/4 di farina di saraceno, 1/4 di farina di mandorle)
100 g di burro a pezzetti
1/4 di tazza di yogurt o ricotta
3- 4 cucchiai di acqua fredda
1 cucchiaio di zucchero grezzo di canna
pizzico di sale
buccia grattugiata di mezzo limone

Setacciare insieme gli ingredienti secchi. Aggiungere il burro e impastare con la punta delle dita fino ad avere un composto sbricioloso. A quel punto integrare lo yogurt o la ricotta e l'acqua fredda (un cucchiaio alla volta) e impastare velocemente per farne una palla. Sarà un composto morbido e appiccicoso. Di quelli che uno impreca perché metà dell'impasto resta sulle dita. Metterlo in frigo a riposare per 20-30 minuti.
Pre-riscaldare il forno a 200 gradi.

Stendere la frolla con un mattarello o semplicemente schiacciandolo con le mani su una placca da forno rivestita di carta forno. Io uso le mani. Non bisogna darle una forma necessariamente rotonda. Versare al centro la frutta e richiudere la frolla sopra la frutta per evitare che il succo esca in cottura. È una torta molto rustica, quindi vanno benissimo le robe raffazzonate, fatte con una mano e asimmetriche. Se lo fate con una bambina di 20 mesi in braccio, riesce bene lo stesso. Garantito. 

Se proprio volete la sciccheria, spennellate di latte i bordi e cospargete di zucchero granulato. 
Infornate e cuocete per 30 minuti.  



Fatela, vi prego, prima che arrivi l'autunno.


Thursday, June 29, 2017

Fragole

Arriva l'estate ed arriva la stagione delle scorte di frutta. Non è mai troppo presto per cominciare, perché la sindrome dello scoiattolo colpisce già a giugno.
Noi abbiamo iniziato con le fragole, che siamo andati a raccogliere un sabato mattina in compagnia dei nostri amici che ci raccomandano sempre i migliori produttori (e poi ci danno anche le ricette dei crumbles...).




Questo è stato il raccolto, dopo un'oretta e mezza di schiene piegate sotto il sole.



E poi che farci con tutte 'ste fragole? Che, diciamocelo, bello bucolico andare a raccogliere fragole nei campi, neh, ma poi bisogna pulirle e lavarle e decidere come usarle. E a quel punto della giornata si è già un po' stanchi, ma non ci siamo persi d'animo e ci siamo dati da fare.

Un cestino è stato lavato e "depicciolato" ed è finito in frigo per il pronto uso (alias, riserva continua del Sig. Tenace che alla sera pisciava rosa da quante se ne fosse mangiate).

Il secondo cestino è stato lavato, depicciolato anch'esso e poi è finito nel congelatore, per le scorte invernali quando si avrà voglia di crostata o pancakes.

Il terzo è stato - indovina? - lavato e depicciolato e poi, con cinque gambi di rabarbaro e una stecca di vaniglia, è finito in un pentolone per diventare marmellata.


La marmellata di fragole, rabarbaro e vaniglia, prima volta in vita mia che la facevo, si è rivelata ottima. Ma proprio ottima.
Ho usato le solite proporzioni raccomandatemi dalla Enrica, fida amica di mia madre, esperta in marmellate: 300 g di zucchero di canna per 1kg di frutta (qui la ricetta originale).

E con il cestino pronto uso che ci ho fatto?
Potevo forse lasciarlo lì, facile preda di manine voraci?
No.
Come detto sopra, la mia amica spacciatrice di fornitori biologici è anche maestra di crumble improvvisati e mi ha passato la sua pseudo ricetta. Pseudo perché va molto a occhio, e per questo ci troviamo molto bene visto che abbiamo lo stesso approccio alla cucina. 

Riporto la ricetta direttamente dal suo messaggio whatsapp; notate la precisione delle dosi, ma ripeto io e lei ci capiamo ;)

Crumble di fragole
300 g di farina (riso bruno, saraceno, e un po' di bianca) [per noi senza glutine: farina di riso bruno, saraceno, mais]
qualche grano di saraceno intero [io non ce l'avevo, non l'ho messo]
1 uovo intero
un bel po' di olio di cocco [come sopra, non ce l'avevo; ho messo burro]
magari 3-4 cucchiai di zucchero
un po' di cannella e un po' di acqua se resta asciutto

Impasto con le mani, sbriciolo tutto bene e stendo sopra ad uno strato di fragole (con qualche goccia di limone e un pelino di sciroppo d'acero).
Schiaccio un po' lo strato di farina sopra alle fragole e poi inforno per 45 minuti. 
Grazie, Silvia!

Il crumble a colazione, alla luce dell'alba, nel piatto di un certo signore


Tutto qui? No. La morte loro è nei pancakes della domenica mattina. Ma quelli li riservo per un altro post.

Friday, September 23, 2016

Come fare la marmellata

Questo non è un post su come fare la marmellata.
Questo è un post su come fare la marmellata quando il vostro coniuge ha ordinato per sbaglio 5-6 kg di prugne e vi sono state consegnate proprio alla vigilia di un fine settimana in cui sarai occupata per lavoro fino alla domenica sera.

1. Venerdì, sabato, domenica. Fare pace con i sensi di colpa. Ogni volta che passerai dalla cucina le prugne ti guarderanno battendo l'indice sull'orologio, come le signorine nei poster della Lorenzin sul fertility day. Impara ad ignorarle.

2. Lunedì sera, ore 20.30. Dopo aver cenato, fatto il bagno e messo a letto il Sig. Tenace, snocciolare e tagliare le prugne. Ci vorrà pazienza. Ci si mette lì in due, con un podcast interessante da ascoltare (noi questo) e si snocciola. Poi si pesano le prugne, le si mette in una pentola e si lasciano in frigo fino al mattino.

3. Martedì mattina, ore 6.30. Mentre si prepara la colazione, mettere a cuocere le prugne insieme a 300g di zucchero per kg di frutta. Più un mezzo bicchiere di acqua, così tanto per fare. Lasciar cuocere la marmellata a fuoco basso per 30-40 minuti da quando sobbolle.
Nel frattempo, in un'altra pentola, sterilizzare i vasetti e i coperchi.
A questo punto sul fornello si avranno: pentolino con il latte, pentolona della marmellata, pentolona per i vasetti. Il quarto fuoco sarà occupato dalla padella per far saltare zucchini e riso per le schiscette mie e del Teodolindo.
Il Sig. Tenace sarà già seduto a tavola a reclamare la colazione. Il coniuge sarà come sempre eccellente nel gestire la situazione.

4. Far colazione facendo finta che niente stia accadendo e che non si debba essere al lavoro tra 40 minuti. Dare le spalle al fornello e negare che si debba ancora procedere all'invasettamento aiuta nel potersi godere la colazione.

5. Truccarsi e prepararsi per uscire.

6. Ore 7.20, già vestite e pronte per il lavoro invasettare la marmellata, ancora bollente. È caldamente consigliato vestirsi di scuro o mettersi un grembiule ampio in caso di schizzi o gocce di marmellata volanti.

7. Ore 7.30. Cambiarsi la deliziosa gonna a righe bianche e azzurre e ora anche a pois color prugna. Non avevo ancora imparato il punto 6.

8. Ore 7.40. Mettere a riposare i vasetti a testa in giù. Baciare i due uomini di casa e uscire per andare al lavoro.



9. Dimenticarsi il fornello che resta in queste condizioni fino a sera. La parte più ardua sarà convincere il proprio coniuge a dimenticarsene anche lui, visto che il maniaco delle pulizie in casa è lui.






Saturday, July 5, 2014

L'inizio della sindrome dello scoiattolo

L'inizio dell'estate si porta dietro altri inizi:

-l'inizio di giornate a 35 gradi, con il vento montraelese che qualche mese fa sembrava soffiare dal congelatore e a luglio si trasforma nel classico asciugacapelli sparato in faccia;
-il conseguente inizio della temperatura (quasi) fissa a 33 gradi in cucina e salotto, perché è bello avere una casa all'ultimo piano, piena di finestre tutte esposte a sudest;
-infine, l'inizio dei panieri settimanali della Ferme Cadet-Roussel, di cui siamo fieri sostenitori (e consumatori...).

I quattro inizi insieme recano seco un quinto inizio:
-l'inizio della stagione dell'"essica tu che essico anch'io e ci riempiamo la dispensa per l'inverno"
ovvero "La sindrome dello scoiattolo".


In pratica, sfruttando i 33 gradi di sole pieno della cucina, il vento-phon che entra dalle finestre, e le erbe aromatiche che arrivano ogni settimana dalla Ferme, io mi do all'essicazione incessante.

Questa settimana ho iniziato con melissa e salvia, per garantirmi le scorte invernali della tisana più buona del mondo: menta, salvia e melissa. Tisana peraltro che ha magnifiche proprietà, tra cui digestive e rilassanti. Perfetta per le serate di novembre e dicembre.



E poi la tisana più buona del mondo e ancora più buona se gustata nella tazza più bella del mondo, di porcellana, liscissima, leggera, smaltata color pesca, con arabeschi sul manico. La mia tazza preferita, fatta da Rachel Biberian per la serie Gourmandise.
Questa tazza è un magnifico esempio di come la bellezza della ceramica non sia alla vista ma al tatto. Credo abbia più proprietà rilassanti il tenere in mano la tazza, rispetto alla tisana stessa.
Avevo anche la teiera della stessa serie, ma poi mio padre ha pensato di romperla nel corso del suo primo viaggio qui.

[La teiera in cui la tisana è in infusione è la nostra teiera per le tisane. Non ha forse la forma adatta per le tisane? Sono l'unica a dividere teiere in teiere da tè e altre da tisane? In ogni caso la creatrice della teiera è... non mi ricordo più! Ma com'è possibile che me ne sia dimenticata? Corro ai ripari andando a cercarla e poi aggiorno.]

Durante la Sindrome dello scoiattolo, un ringraziamento particolare va al solito essicapasta lucano avuto in dono da mio fratello e dalla mia belle-soeur, sottoposto a duro lavoro, ma ripagato dalla nostra riconoscenza imperitura.