Tra mare e montagna, preferisco la Montagna nel mare.
Tra Sicilia e Piemonte, preferisco la Sicilia. Ma tra estate e
inverno, preferisco l'inverno.
E tra sole di
Stromboli e vento di Montreal, dipende dai giorni.
Preferisco il
giorno alla notte.
Preferisco la
mattina. Svegliarmi presto ad andare a dormire tardi.
Preferisco la
colazione ad ogni altro pasto. Ma preferisco il salato al dolce. E tra
un biscotto e un pezzo di focaccia da accompagnare al caffè,
preferisco la prima. Ah, la
focaccia al mattino.
Preferisco la
pasta al riso. E gli spaghetti con olio e parmigiano a tutto il
resto.
Preferisco gli
avanzi alle primizie. E il pane del giorno prima a quello fresco.
Preferisco
recuperare.
Preferisco tenere, che non si sa mai, può sempre
servire.
Preferisco i libri
usati a quelli nuovi. Preferisco i libri vecchi a quelli nuovi.
Quelli sottolineati a quelli intonsi. Quelli che sanno
di umido a quelli che profumano di fresca stampa.
Preferisco l'odore
di cibo al profumo di pulito.
Preferisco far niente
rispetto a ottimizzare. Uh, che odio la parola ottimizzare.
Preferisco la
coperta sul divano.
Preferisco la neve
alla pioggia. Forse perché preferisco - sempre - i cappotti.
Preferisco la donna vista da Valentino a quella
pensata da Armani.
Preferisco Audrey
Hepburn a Marilyn Monroe. E preferisco Laura Morante.
Ma tra tutte le donne mai comparse sulla terra,
preferisco Teresa d'Avila. Anche
rispetto a Audrey, sebbene non si conoscano molto i gusti di
Teresa in fatto di eleganza. Certo, depone a suo favore il fatto che anche
lei pare amasse gli abiti neri, per quanto di taglio piuttosto monacale.
Preferisco i
tacchi alle ballerine, anche se fino a quattro anni fa avrei detto l'esatto
contrario.
D'altra parte,
preferisco chi cambia idea a chi ha convinzioni che durano una vita.
E di gran lunga
preferisco chi ha dubbi a chi ha solide certezze.
Chi cambia a chi è sempre uguale a se stesso. Preferisco Damon Albarn agli U2.
E chi dice
"mi chiamo" a chi dice "io sono". E chi dice "faccio
il medico" a chi dice "sono medico".
Preferisco la sostanza bianca alla sostanza grigia. E
gli astrociti a ogni altra cellula. Loro stan lì a fare tutto il lavoro di
manovalanza e nessuno li considera se non quando si arrabbiano, la famosa
"reazione astrocitaria".
Preferisco anche i melanociti, forse perché
assomigliano un po' agli astrociti.
Preferisco la pelle abbronzata, e le lentiggini.
Preferisco il rosso al blu, il rosa all'azzurro, il
giallo al verde.
Ma preferisco la bianca porcellana alla rossa
creta.
E, per analoga liscezza, preferisco il bunet alla crostata. E le penne lisce a
quelle rigate.
Preferisco la scultura alla pittura. E la materia
all'immagine.
Camille Claudel a Rodin.
Però preferisco anche Wong Kar-Wai e i suoi fotogrammi, che mi
appenderei in casa come quadri.
Gli alberi da frutto ai fiori.
L'oca al cigno. La gallina al pavone. D’altra parte la
gallina ha le ali ma non le usa, però fa le uova.
Preferisco il verbo "fare" al verbo
"dire".
Preferisco il silenzio. Preferisco chi a volte resta senza parole.
Preferisco le persone scontrose a quelle socievoli. Gli
antipatici agli amiconi.
E preferisco le mie amiche di una vita, anche quando
mi chiedo se saremmo mai diventate amiche se solo ci fossimo conosciute oggi.
Preferisco solidarietà a beneficenza.
E multiculturalità a integrazione.
Per questo, preferisco essere
italiana, ma vivendo in Canada.
Preferisco pensare che quest'elenco
di preferenze fosse molto diverso qualche anno fa. E che senza dubbio
cambierà ancora. Eccome.