È successo sei mesi fa, quindi a quest'ora dovrei essermici abituata. Invece mi fa ancora lo stesso effetto. Sorpresa.
Premettiamo alcune cose, che qui non ho mai chiarito.
L'adozione per noi è sempre stata una scelta, mai un ripiego o un piano B ad un piano A andato in modo imprevisto.
Nel momento stesso in cui abbiamo iniziato a cercare di avere figli, abbiamo avviato le pratiche per l'adozione e abbiamo smesso di prendere precauzioni. Immaginavamo una famiglia con figli biologici e figli adottivi e ci dicevamo "Whoever comes first...", vediamo cosa capita prima...
Ingenui.
Dopo neanche un anno era chiaro che entrambe le strade, per motivi che non mi dilungo a spiegare, erano meno facili del previsto.
Dopo due anni abbiamo dovuto fare i conti con la possibilità che né l'una né l'altra strada potessero mai portare ad un figlio.
Adesso che di anni ne sono passati più di cinque guardiamo a quel tempo come ad una benedizione. Stavamo male, parecchio. Ogni volta che guardavamo le liste di documenti da fornire per poter essere potenziali genitori adottivi, entravamo in un circolo vizioso in cui un requisito ci mancava e quando l'avremmo ottenuto i requisiti sarebbero cambiati. Ogni mese che passava senza rimanere incinti ci sentivamo mancanti (sì, "ci", al plurale, perché dell'infertilità vissuta dall'uomo nessuno ne parla, ma fa male uguale) e il fatto che gli esami non definissero chiaramente un problema non aiutava.
Ma dopo tanto star male, abbiamo capito una robetta da niente: la fecondità di una coppia non si può riassumere nella sua fertilità. Ci siamo guardati intorno ed abbiamo iniziato a notare quelle coppie senza figli - per natura o per scelta - che seminavano il bene attorno a loro nei modi più multiformi. Donne e uomini che attuavano l'essere madre e l'essere padre in senso molto più lato del procreare. Alcune di queste persone leggono sicuramente questo post.
E, al contrario, quante coppie attorno a noi con figli e a volte anche tanti, che vivevano l'essere genitori come un ripiegamento su se stessi, o come un veicolo di realizzazione personale, anziché come reale apertura all'altro?
Ma certo, ci siamo detti. Si può essere fecondi in tanti modi e l'avere figli è solo uno di questi.
E così abbiamo iniziato a vederci in modo diverso e a essere famiglia in un modo nuovo. Lo so, è un concetto abbastanza semplice, ma a noi c'è voluto qualche anno per arrivarci. Siamo un po' lenti...
Avevamo fatto pace con l'eventualità di rimanere senza figli: se questi fossero arrivati, ne saremmo stati felici, se invece fossimo rimasti solo noi due sapevamo che ci attendeva una vita diversa, ma non meno ricca o fruttuosa.
Avevamo scalato una piccola montagna ed eravamo arrivati in cima come compagni di cordata che sapevano di poter contare l'uno sull'altro come non mai.
Il Teodolindo ed io ci siamo sposati in montagna. Questa è una foto di quel giorno. Che fosse un segno? |
Più di tre anni dopo l'inizio della scarpinata, le cose sul fronte adozione si sono sbloccate e nove mesi dopo ricevevamo la chiamata che ci faceva diventare genitori del Sig. Tenace.
Abbiamo forse tirato un sospiro di sollievo dicendo "Ah, meno male! Dimentichiamoci quella scalata faticosa, per fortuna siamo tornati in pianura!"?
No. La strada percorsa ci aveva cambiati. Diventavamo genitori guardando alla situazione con occhi nuovi e senza smettere di essere la coppia che a quel punto eravamo diventati.
L'arrivo del Sig. Tenace ha pero influenzato il nostro modo di immaginare la nostra famiglia. Come chi legge queste pagine sa, abbiamo iniziato a vederci nelle nostre somiglianze, ma anche nelle nostre differenze. Il Sig. Tenace così unico in famiglia per storia e aspetto: non volevamo che fosse la minoranza visibile a casa nostra, volevamo che i nostri figli - se di plurale si poteva parlare - potessero condividere dei vissuti e, per certi versi, rispecchiarsi l'uno nell'altro. E così abbiamo iniziato le pratiche per la seconda adozione, sempre in Cina. Sull'altro versante, iniziavamo a nutrire dubbi sul modello di famiglia con figli biologici e figli adottivi: imparavamo che le esperienze di chi ci era passato e lo raccontava non erano sicuramente facili, per nessuno dei figli coinvolti. Ma il problema non ci toccava più di tanto, visto che gli anni passavano e con essi diminuivano le probabilità, già basse, di rimanere incinti.
Pian piano non abbiamo più fatto caso al calendario...
Una sera di febbraio, dopo giorni di ritardo, ci siamo decisi a fare il test di gravidanza. Più per tranquillizzarci che fosse solo un ritardo che non altro. E invece il risultato ci ha lasciati a bocca aperta.
Per giorni. Settimane.
Alla fine abbiamo cominciato a parlarne, il Teodolindo ed io. Abbiamo cercato di discernere cosa ci stesse succedendo e ci siamo resi conto che non avevamo capito un cazzo. Che quella scarpinata in montagna non aveva smesso di darci una lezione.
Eccoci lì: ci eravamo ricascati, di nuovo pensavamo di essere noi in pieno controllo delle nostre vite e della nostra visione di famiglia, che ormai immaginavamo solo con figli che arrivavano dalla Cina.
Ed invece quel nuovo sentiero ci ricordava per l'ennesima volta che la vita può sorprenderti. Sempre. E che sta a noi decidere se accettare le salite e le discese, sapendo che poi ci gusteremo il panorama, o se invece sedersi sul ciglio della strada preoccupandosi perché le cose non vanno come avevamo programmato.
La vita ci sorprende e, almeno per come crediamo noi, la sa sempre più lunga di noi.
Così adesso eccoci qui. Il Teodolindo, il Sig. Tenace, ed io con un bebè nella pancia.
Il Teodolindo ed io preghiamo di riuscire ad essere i genitori di cui i nostri figli, entrambi con le loro unicità, avranno bisogno.
Tutti e tre cerchiamo di abituarci alla nuova realtà, con il cuore pieno di stupore e la consapevolezza, per l'ennesima volta, che bisogna affidarsi a quello che la vita sceglie per noi per poterne davvero raccogliere i frutti.
E stavolta il meraviglioso frutto è una Signo Rina, con tanta voglia di scalciare ed un talento da centravanti.
PS il post incazzato sui commenti idioti ricevuti in questi mesi da parenti, amici e passanti del tipo: "Ah, lo sapevo che sarebbe successo! Avete avuto troppa fretta ad adottare!", "Ah, vedi? È la ricompensa per il bene che avete fatto!", "Anche la cugina del cognato di un mio amico è rimasta incinta appena ha fatto domanda d'adozione. Capita sempre così!". Ecco, quel post lì magari lo faccio poi, o magari proprio non lo faccio.
PPS il post sulle reazioni del Sig. Tenace alla notizia, quello invece mi sa che lo scrivo, perché anche per lui è stata una bella sorpresa.