Si racconta che Pierre Teilhard de Chardin, paleontologo e antropologo, mentre era nel deserto, abbia sentito la pietra su cui aveva posato la testa per dormire viva e piena della presenza stessa di Dio ed abbia composto questo inno alla Materia.
Benedetta sii tu, aspra Materia, sterile gleba, dura roccia, tu che cedi solo alla violenza e ci costringi a lavorare se vogliamo mangiare.
Benedetta sii tu, potente Materia, Evoluzione irresistibile, Realtà sempre nascente, tu che, spezzando ad ogni momento i nostri schemi, ci costringi ad inseguire, sempre più oltre, la Verità.
Benedetta sii tu, universale Materia, durata senza fine, Etere senza sponde, - triplice abisso delle stelle, degli atomi, e delle generazioni, tu che travalicando e dissolvendo le nostre anguste misure, ci riveli la dimensione di Dio.
Benedetta sii tu, mortale Materia, tu che, dissociandoti un giorno in noi, c’introdurrai necessariamente nel cuore stesso di ciò che è. Senza di te, o Materia, senza i tuoi attacchi, senza i tuoi strazi, noi vivremmo inerti, stagnanti, puerili, ignoranti di noi stessi e di Dio. Tu che ferisci e medichi – tu che resisti e pieghi – tu che sconvolgi e costruisci – tu che incateni e liberi – Linfa delle nostre anime, Mano di Dio, Carne del Cristo, o Materia, io ti benedico.
Pierre Teilhard de ChardinTrad. A. Daverio
E proprio oggi si sentivano queste parole sulla Materia, intrise però di tenerezza per l'uomo che con quella materia si deve confrontare tutti i giorni:
"Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi?
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena".
dal Vangelo secondo Matteo
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