Monday, June 2, 2014

Di quando iniziammo a bere il caffè dall'Australiano di Busto

Passeggiavamo pigramente sabato mattina per Boulevard St. Laurent, l'arteria che fa da spartiacque tra Montreal Est e Montreal Ovest, tra la zona francofona a est e quella anglofona a ovest. Raramente ci passiamo, perché è trafficata, ma eravamo dell'idea di trascorrere un sabato mattina girovagando ad cacchium, ovvero senza meta. In altre parole, il nostro sabato mattina preferito.

E fu così che vedemmo questo cartello, lì sul marciapiede. 

Cartello davanti al Melbourne Café - source

E guarda caso, essendo le 11 del mattino, io avevo proprio voglia di un caffè da passeggio.

Siamo entrati e ad accoglierci è stata l'Australia: pallone da rugby con i colori australiani sul bancone, tubetti di pasta Vegemite sugli scaffali, bandierine australiane e un tizio alto, biondo, occhi chiari con accento strano (qualche indizio mi suggeriva australiano...) alla macchina del caffè. 
Il Teodolindo, che in Australia ci ha lasciato il cuore - e un pezzo di mano, ma questa è un'altra storia - era già in brodo di giuggiole: "Ma che figata! Ma che figata!", essendo questa la sua massima espressione di esaltazione. 

Sulla lavagna del menù comparivano solo due tipi di caffè: Black e White. 
"Cos'è il caffè white?", ho chiesto al barista biondo con accento strano.
"With milk", mi ha risposto. Certo, direi intuitivo.

Quindi ordino un caffè white e mentre lui armeggia per prepararmelo, una signorina dietro di lui estrae dal forno una torta e la piazza su una gratella per dolci proprio sotto i nostri nasi. 
Un banana bread caldo, fumante, profumato, con le scaglie di cioccolato sopra che si scioglievano ancora.

Ho tentato di resistere chiedendo: "Immagino che non sia senza glutine, giusto?", perché proprio mangiarmi una roba così sotto gli occhi ancora esaltati del Teodolindo, senza che lui potesse neanche solo assaggiarlo, sarebbe stata una crudeltà. 
E la signorina: "C'è giusto farina di cocco e farina di mandorle. Direi che è senza glutine!". 

Così siamo usciti dal Melbourne Café con in una mano un caffè white e nell'altra una fettazza di dimensioni giganti di banana bread.
È stato amore al primo morso. Non avrei mai pensato di arrivare a definire un banana bread commovente.
Morbido, scioglievole, con sapori di cocco e mandorla e infine cioccolato. Da applauso.

Il banana bread avanzato dal giorno prima, che ci siamo portati a casa, come trofeo, la domenica. 

Il Teodolindo, sempre per la storia che lui e l'Australia hanno una storia d'amore a parte, stava già applaudendo da cinque minuti, non tanto fisicamente quanto a parole: 

"Ti ho già raccontato di come mangiano il Vegemite in Australia? [...] Perché io ero a Sydney, però poi ho viaggiato anche verso sud [...] E poi gli spazi, e la gente! [...] Gli Australiani secondo me sono un po' come i Canadesi: così, che gli piace godersi la vita! Hai visto no, il barista? Ecco son tutti così! [...] Ma tu davvero non ci vuoi andare? [...] Ma che figata!" 

Bon, perso nei meandri della nostalgia.

La domenica mattina non passeggiavamo più ad cacchium. No, siamo usciti con una meta: il banana bread e il caffè white dell'Australiano.
Abbiamo varcato la soglia del Melbourne Café e questa volta, mentre ci preparava il caffè e ci insacchettava il banana bread, abbiamo scambiato due parole con il tizio alto, biondo e con accento di Melbourne - secondo il Teodolindo. 

"So, where are you from, guys?
"Italy"
"Really?
[e poi guardando il Celiachindo, un metro e ottantacinque, biondo, occhi grigi]
You don't look like Italian at all! [sempre lo stesso commento...] Where exactly?"
"We used to work in Milan, before moving here"
"Davvero? La mia famiglia è di Busto Arsizio!". 

Eccolo là, l'Australiano di Busto Arsizio. Il miglior caffè a Montreal. 

I proprietari del Melbourne Café, due Australiani a Montreal: chi dei due è quello di Busto Arsizio? - source

2 comments:

  1. Viva il bustocco di Melbourne! Quel banana bread ha davvero un'aria commovente :-)

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    1. Ecco, mi hai insegnato come si chiamano gli abitanti di Busto. Tutto grazie ad un australiano barista.

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