A volte il Teodolindo ed io dimentichiamo che il Sig. Tenace stia ancora imparando l'italiano e che le sue orecchie non siano immerse nella lingua di Dante dalla nascita.
Ricapitoliamo un attimo la storia linguistica del signorino: fino all'età di due anni e cinque mesi - ovvero un anno esatto fa- ha sentito solo mandarino. Poi è capitato con noi due, che a casa parliamo italiano, ma viviamo in una città bilingue francese-inglese. Infine, da maggio scorso, frequenta una scuola in cui la babele è ancora più estrema e che meriterà un post a parte.
In questo contesto capitano robe così:
In bagno, ci apprestiamo a lavargli i denti e, per farlo, il Sig. Tenace deve salire sul suo sgabello ai piedi del lavandino.
Il Teodolindo: "Dai, salta su!".
Il Sig. Tenace non capisce il senso della richiesta, ma obbedisce ed esegue un saltello sul posto.
A cena, qualche sera fa, il Sig. Tenace digerisce rumorosamente (o, con parole più eleganti, pianta un rutto spaventoso).
Il Teodolindo: "Salute!".
Il Sig. Tenace resta perplesso, ci pensa un attimo e poi tenta un "Ciao?".
Segue tentativo inutile del Teodolindo di spiegare al pargolo la differenza tra "saluta" e "salute".
Ieri, ci prepariamo per andare a fare la spesa.
Il Teodolindo: "Sig. Tenace, vai in cucina a prendere due buste che andiamo a fare la spesa!"
Il Sig. Tenace ritorna dalla cucina con queste:
In tutti questi episodi, è eloquentissimo lo sguardo del Sig. Tenace che sembra dire: "A me paiono richieste assurde, ma meglio assecondarli".
Scusaci, Sig. Tenace, hai ragione tu. Faremo più attenzione perché le parole sono importanti e tu ne stai imparando davvero tante.
:-))
ReplyDeletePovero Signor Tenace :-D
ReplyDeleteAmore!! Mi è sempre più simpatico :-)
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