Io ho visto passare post sulla mia pagina facebook e, devo ammettere, mi sono sentita a disagio con molti di essi.
Il punto è che molte delle mie amiche su facebook hanno pubblicato parole del genere:
"Insegnerò a mia figlia che può essere quello che vuole, vestirsi come vuole, amare chi vuole, fare il lavoro che vuole,..."O, più in generale:
"C'è bisogno di educare le donne di domani al reclamare i propri diritti, seguire i propri sogni e diventare le donne che cambieranno il mondo".
Uhm, perché mi dà così fastidio? Sono forse in disaccordo con tali affermazioni? Certo che no.
Eppure, sono molto infastidita.
Quel che mi ha infastidito è che, a mio modesto parere, insistere sull'importanza dell'educazione delle femmine nel giorno internazionale della donna metta la responsabilità dell'ineguaglianza di genere su di lei, che in realtà ne è la vittima.
Penso davvero che educando la SignoRina lei riuscirà ad evitare o a subire minori diseguaglianze di genere rispetto a me?
Non proprio.
Voglio davvero che mia figlia pensi che sta a lei realizzarsi nella vita, deve solo crederci?
Direi di no.
O donne là fuori, ve ne accorgete? Siamo cresciute convinte che se non arriviamo dove vogliamo è colpa nostra, ci hanno fatto credere che è perché non conosciamo abbastanza i nostri diritti o perché non vogliamo davvero seguire i nostri sogni.
Questo pensiero non è forse parente più o meno alla lontana del vecchio "Se si è vestita in quel modo, se l'è andata a cercare"?
Di chi è la responsabilità delle inequità di genere?
Di chi dobbiamo cambiare la mentalità se vogliamo davvero che le cose cambino?
Non è che forse è quella dei maschi?!
Si sa, ho un figlio maschio e una figlia femmina.
Sono profondamente convita che il Teodolindo ed io avremo probabilità più alte di contribuire all'appianamento delle inequità di genere se educhiamo il Sig. Tenace in un modo in cui le generazioni maschili precedenti non sono state educate (abbastanza):
-insegnandogli che quel che otterrà nella vita potrebbe non essere solo il risultato dei suoi meriti, ma che il privilegio di essere maschio gioca un ruolo enorme;
-insegnandogli che, anche se ugualmente competenti, un uomo ha probabilità maggiori di una donna di essere scelto per un lavoro;
-o, in alternativa, che una donna che arriva alla stessa posizione di un uomo, ha dovuto faticare e sacrificarsi due volte tanto per essere dove è;
-insegnandogli che non deve sempre avere l'ultima parola in una conversazione con una donna perché lui ne sa di più, perché si dà il caso che non sia sempre vero... E soprattutto che non dovrà mai cercare di spiegare ad una donna quello che lei ha appena detto (dicesi "mansplaining", vi suona familiare?);
-insegnadogli cos'è il consenso, fin da ora che ha sei anni. E in questo la scuola ci aiuta perche ne hanno già parlato :)
-fornendogli modelli di mascolinità che siano diversi dal classico macho. A questo proposito questo libro è nella nostra lista dei desideri.
-essendo, il Teodolindo ed io, esempi quotidiani di equità di genere nella gestione della nostra famiglia ed esigere dai nostri figli lo stesso;
-(aggiungete pure nei commenti)...
E solo allora insegnerò alla SignoRina, nel modo più appassionato possibile, quali sono i suoi diritti e come lottare per essi.
(mi sono sfogata, sto meglio)
Quanto hai ragione, condivido ogni parola!
ReplyDelete:)
DeleteTi si può abbracciare?
ReplyDeleteCerto! Mi sono anche appena fatta la doccia, quindi non c'e' momento migliore.
DeleteIl tuo post mi ha ricordato qs episodio riferito dal figlio di Golda Meir:
ReplyDeleteAt the end of 1949 a horrible murder occurred in Meir Garden in Tel Aviv, it was extraordinary then. In a government meeting the minister of religion, Rabbi Fishman, suggested laying a curfew on women, so they won't go out in the evening. Mother stood up and said, on the contrary, the curfew should be laid on men.
Esatto.
DeleteTra l'altro un esempio simile e' riportato nel libro "Men explain things to me" di Rebecca Solnit, riguardo alle raccomandazioni date dalle universita' quando si verifica un episodio di violenza sessuale nei campus: ragazze, non uscite di sera tardi, non attraversate il campus da sole, ... Da secoli il modo, maschile, di risolvere le questioni e' stato di chiudere in casa le donne, vittime, anziche' gli uomini, colpevoli.
Applausi entusiasti.
ReplyDeleteHo due figli maschi, ormai adulti, ed educandoli mi sono sentita molto coinvolta nell'impegno per la parità di genere.
Mi pare che mi sia andata bene, per merito mio e per impegno loro
Grazie Mirella. Ricordavo che tu avessi due figli maschi e sono contenta che tu sia d'accordo con me sulla loro educazione. A volte invece si sentono genitori di maschi dire cose tipo "Avendo figli maschi, io non dovro' insistere troppo su contraccezione, approcci sessuali,..." E perche' no?!
DeleteA me una cosa che manda in bestia sono le donne (tendenzialmente in posizioni di potere o responsabilita')che si comportano da uomini, che applicano modelli maschili, senza capire che se imparassero a "comandare" da donne anziche' da uomini, potrebbero davvero fare la differenza
ReplyDeletePero' di nuovo, con questo commento dai la colpa alle donne. Invece secondo me donne come quelle che descrivi tu sono vittime tanto quanto le altre, con la differenza che loro per sopravvivere hanno internalizzato il maschilismo al punto di rinunciare ad una parte della loro identita', in questo caso il genere. Nella societa' attuale, e soprattutto in quella delle generazioni precedenti, non c'era alternativa: vuoi arrivare a determinate posizioni? Devi assimilarti ad un maschio. C'e' chi si e' tirata indietro e ha rinunciato a crescere professionalmente, c'e' chi ha accettato le condizioni. Entrambe sono vittime del sistema. L'era in cui le donne comanderanno da donne secondo me non e' ancora possibile. Magari in un futuro, ma per ora la strada da fare e' ancora molta.
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