Wednesday, October 9, 2019

Quando si diventa un'azienda

Non sono sparita. Non sono neppure stata risucchiata da un buco nero.
Ho una serie di post in testa che però non riesco a scrivere, alcuni perché incasinati, altri perché boh, tante ragioni disparate.
In sostanza, il vero motivo è che negli ultimi sei mesi ci sono capitate una serie di robe che hanno un po' cambiato le carte in tavola della nostra tranquilla routine familiare. E infatti nelle bozze di questo blog c'è un post intitolato "Sei mesi in due minuti" in cui dovrei riassumere gli eventi, ma è il post incasinato di cui sopra. Ce la farò.

Ma non è quello che voglio scrivere oggi.
Oggi voglio mettere qui nero su bianco degli appunti su come sta una coppia di coniugi che si credeva solida, dopo che qualcuno gli mescola le carte in tavola con robe tipo trasloco, vendita e acquisto casa, problemi enormi sul lavoro, trasferte mie continue.

Dunque, il Teodolindo ed io ci siamo sempre ritenuti una coppia ben rodata e capace di ricavarsi spazi. Prima dei figli andavamo alla grande in quanto a tempo di qualità insieme, poi ci siamo dovuti riorganizzare, ma ce l'abbiamo sempre fatta ritagliandoci pranzi di lavoro insieme (che non erano ovviamente di lavoro) e prendendoci ogni tanto dei giorni di vacanza da soli.

Gli ultimi sei mesi ci hanno segato le gambe, per dirla in due parole e con un eufemismo.

I casini vari ci hanno ridotto prima che ce ne accorgessimo da coppia ad azienda.
Senza neanche rendercene conto, ci siamo ritrovati a parlarci solo per decidere chi facesse cosa, decidere della nostra situazione finanziaria, vedere il calendario delle varie riunioni o viaggi di lavoro per capire chi doveva occuparsi della casa e dei figli.
Gradualmente sono spariti i "ti voglio bene" spontanei, i "ciao stella" prima di uscire di casa, i baci al volo. Non ci chiedevamo più "come stai?".
Sono scomparsi anche le pause pranzo insieme e le notti sempre difficili con la SignoRina hanno rubato tempo anche alle serate sul divano davanti ad una serie tv.
Qualche tempo fa abbiamo provato a prenderci di nuovo una pausa pranzo insieme al ristorante. Grandi aspettative da parte di entrambi, se non fosse che dopo dieci minuti il copione si ripeteva e parlavamo di scadenze, robe da fare, appuntamenti, conto corrente. Non avevamo più niente da dirci che non fosse quello, perché nessuna delle cose di cui avevamo parlato erano particolarmente urgenti. Sono tornata al lavoro che ero di umore non grigio, nero.

Come cazzo ne usciamo? Pensavo.
Come fanno gli altri?
Poi magari altre coppie sono felici così, non hanno bisogno di tempo privilegiato, trovano la piena soddisfazione nella gestione della famiglia e della casa. Ricordo sempre una coppia di 60enni, genitori di 6 figli, che ci dicevano "per noi due il momento di coppia è il ritrovarci ogni sera a lavare i piatti. Quei dieci minuti (con sei figli mi sa almeno un'ora), è sempre stato il tempo per noi". Buon per loro, sinceramenti li invidio. A me purtroppo non basta o forse non ci riesco ancora. Ma proprio no. Io voglio mio marito prima del padre dei miei figli e del co-proprietario della mia casa ipoteca.

Due venerdì fa, quando più o meno il turbine in cui eravamo finiti è sembrato calmarsi un filino, ci siamo ritrovati a casa insieme da soli per puro caso. Mentre il mondo manifestava insieme a Greta Thunberg, il Teodolindo ed io cercavamo di rimettere insieme i pezzi del puzzle della nostra coppia.
Abbiamo discusso di soluzioni, abbiamo cercato un piano comune, abbiamo capito che le cose devono cambiare.

Abbiamo soprattutto realizzato, entrambi, che in certi momenti la spontaneità non basta, che per far funzionare le cose in amore, a volte, bisogna sforzarsi.

Il nostro piano è più o meno il seguente:
1. Tutta la gestione familiare e della casa via email. Devo dirgli che mi occupo io di rinnovare i documenti dell'immigrazione? Email. Mi deve dire che va lui a prendere il Sig. Tenace? Email o messaggio. Diamo più spazio possibile ad altri argomenti di conversazione e al parlarci di come stiamo noi deviando la logistica allo scritto.
2. Basta pranzi insieme per un po', perché il rischio di ridurli a "riunioni di lavoro" è troppo alto;
3. In alternativa, dobbiamo "fare cose" insieme, che ci diano il piacere di passare del tempo insieme e ricordi da condividere e quindi via libera ad esempio a
-appuntamenti in libreria, a sfogliare le ultime uscite letterarie insieme e a comprare libri;
-abbiamo l'abbonamento annuale al museo di arte contemporanea? Bene, usiamolo! Al posto delle pause pranzo una volta ogni tanto, pausa pranzo al museo.
4. Tenerezza: ci si bacia prima di uscire di casa e quando si rientra, ci si chiede "Come stai?" e si ascolta la risposta. Non viene spontaneo o non ci si ricorda perché con un bambino in braccio e un autobus che sta per passare? Ci si sforza, minchia. Ci ispiriamo agli anglofoni che dicono "Fake it until you make it". E tra l'altro mi sembra ancor più un segno di amore: "Non mi sarebbe venuto in mente, ma ti voglio bene e mi sforzo di ricordarmelo. Questa ne è la prova per te".


Faccio cose, vedo gente... Il Teodolindo ed io facciamo il piano della situazione

All'orizzonte ci aspettano ancora decisioni importanti da prendere e per poterlo fare bene, prima abbiamo bisogno di ritrovarci.

Ora, perché condivido tutto ciò? Primo per lasciarne una traccia per me per il futuro. Secondo, per chi legge: ma voi come fate?! Avete consigli? Cosa aggiungereste alla lista qui sopra, considerando naturalmente che ogni ricetta è propria ad ogni coppia?




16 comments:

  1. Siamo nella stessa barca: lontano dalla famiglia, due bambine sotto i 2 anni, tantissimo sonno arretrato. In piu' allatto la piccola per cui dove sono io c'e' anche lei.
    Ora che abbiamo la suocera qui per qualche settimana riusciamo a ritagliarci qualche spazio (poco): lunedi' sera siamo andati al Bunnings (tipo Brico) da soli e siamo stati via ben 1 ora e mezza!
    Mi piacciono i tuoi consigli,soprattutto il mettersi d'accordo sulla gestione famigliare via mail/sms. Se mi vengono in mente altre strategie ti faccio un fischio, per ora grazie per i suggerimenti!
    And we can do this!

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    1. Due bambine sotto i 2 anni!? :-O :-O
      Non riesco neanche ad immaginarlo! Tenete duro, non siete i soli e ce la faremo! ;)

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  2. Io leggevo il tuo blog e mi chiedevo ma come fanno?? Quando ci sono i figli e qualche problema con loro, il lavoro e tanto sonno in sospeso è veramente difficile ritrovarsi. Bisogna imporselo perché la spontaneità fa emergere altri stimoli. Grazie per i suggerimenti. Federica

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  3. Non abbiamo figli ma ci siamo persi anche noi.
    E ci siamo fatti aiutare.
    E ci siamo ritrovati.
    E ora cogliamo i segnali e ne parliamo prima che diventino un problema.
    Le soluzioni a cui avete pensato mi piacciono. Ogni tanto percorrete insieme memory lane, quel tratto prima che arrivassero i bimbi.
    E non dimenticatevi mai che 1+1=3
    Ciascuno abbia cura di sé stesso innanzitutto e, a seguire, della relazione con l’altro (ovviamente anche dei bimbi ma prima di tutto di sé, come dicono in aereo! 😊)

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    1. Giustissimo! Pensa che volevo fare un altro post proprio sul fatto che per stare bene in coppia, bisogna comunque in primis stare bene con se stessi. Questo vale sempre, si sa, ma quando arrivano i figli ancora di piu'.
      Grazie mille per i consigli. 1+1=3, grande verita'.
      Un abbraccio (e la prossima volta dimmi il tuo nome, cosi' so chi ringraziare!)

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    2. Ha ragione, scusa! Sono Do 😊
      E, ripensandoci, correggo il mio messaggio: non ci siamo ritrovati, ci siamo riscoperti.
      E ci siamo piaciuti di nuovo, costruendo una nuova relazione, una nuova complicità più in linea con chi siamo ora come individui.
      Un abbraccio a te!

      1+1=3 è la prima cosa che ci hanno detto in terapia di coppia!

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  4. Ciao, io non posso parlare perché nel mio caso si tratta di coppia rodata sì (9 anni di cui 8 convivendo) ma senza figli (non ancora, perché sono qui che scrivo con il pancione!) però molto provata dalle continue trasferte all'estero per lavoro e studio (lui ogni anno fa per 4 volte un mese via, io nell'ultimo anno ho fatto un master in due Paesi diversi per cui sono stata via 6 mesi) e "ritrovarsi" dopo essere stati via per tanto tempo è difficile, molto difficile. Non oso immaginare come sia stato per voi, con in più la gestione di due figli piccoli.
    Per noi la prima cosa che ci fa riavvicinare è...
    litigare!
    Dobbiamo farci una bella litigata il primo giorno e dopo andiamo di nuovo d'amore e d'accordo. Ma ecco, non so se sia una terapia da consigliare! :D

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    1. Hai ragione, gli spostamenti allontanano, soprattutto quando ci sono fusi orari di mezzo. Ma adesso migliorera' la vostra situazione con il bebe in arrivo??

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    2. Sì, migliorerà leggermente perché per almeno sei mesi lui non avrà più trasferte lunghe e quando la bimba avrà all'incirca un anno progettiamo di ri-trasferirci se non in Italia almeno in Europa, e lui sta cercando con l'azienda di farsi spostare su progetti che lo facciano stare via meno o comunque in posti più vicini (ora io sono all'ottavo mese e lui è a 14 ore di fuso orario).
      Per quanto riguarda il tuo tema principale, per noi molto ha aiutato l'aver delegato a terzi la cura della casa o la gestione delle incombenze pratiche/burocratiche. Ovvero: la spesa la facciamo on line con consegna a domicilio, dei documenti, visti e richieste varie se ne occupa un'agenzia apposita e delle tasse si occupa il commercialista.
      Se ne vanno via un sacco di soldi? Sì, ma ne vale la pena, anche se non compreremo mai un castello!
      Al momento io non sto lavorando, quindi anche questo aiuta ad essere più presente per lui e per l'ascolto, non so come cambieranno gli equilibri quando ritornerò al lavoro anch'io.
      Per ora ti consiglio di recuperare il monologo "Figli" recitato da Mastandrea nell'ultima puntata degli Stati Generali su Raitre. Lo trovi su Raiplay e puoi vederlo dall'estero senza problemi (io l'ho visto dall'Australia).
      In bocca al lupo per tutto e buon 2020, che ci porti più pause pranzo consapevoli e affettuose!

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  5. Traslocare, vendere e comprare casa sono passaggi, che da soli portano con sè una mole di preoccupazioni e cose da organizzare che possono far saltare tutti gli equilibri. Accorgersi che la coppia ne sta soffrendo è un inizio, lavorarci un progresso, e quando la bufera passerà il tempo si riespanderà di nuovo, io sono ottimista! Ed è bello quando per qualche minuto si dimentica il resto e si parla a ruota libera di letture e persone. Noi, che abbiamo venduto comprato e ristrutturato negli ultimi dieci mesi, nonché vissuto dai suoceri per ben tre mesi di fila, in quei momenti torniamo a respirare. E alla fine siamo quasi fuori dal tunnel, anche se ancora pieni di scatoloni da sistemare...

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    1. Allora in bocca al lupo anche a voi! Consola sapere che non siamo gli unici con scatoloni ancora da aprire ;)

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  6. Sono domande che abbiamo anche da questo lato dell'Oceano, Slicing. Alle domande io ci aggiungo un pizzico di senso di colpa, che non guasta mai, perché mi sento arida e prosciugata come una prugna secca, e quel poco che ho di affettivitá, pazienza, energia, empatia lo riservo alle forme di vita sotto il metro emmezzo... noi abbiamo fatto una settimana di vacanza, ma anche in quel tempo lí, alcune dinamiche e abitudini sono dure a morire... e ti ritrovi al mare a parlare di appuntamenti o riunioni, o comunque io sto incarognita. La soluzione non ce l'ho, abbiamo un elenco che é piú o meno il vostro (per esempio ci si salutaaaa!!!) Al quale, come rituale, ogni sera aggiungiamo di dirci 3 cose belle e 3 cose brutte. Io, al fake it till you make it, ci credo un sacco comunque.
    Alice empatizzatrice.

    P.s, te e il Teodolino mentre fate piani é geniale!

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  7. Cara, questo dei tuoi posts è stato quello che mi è rimasto in testa di più perché come si dice: it hit close to home.
    Ammiro veramente il vostro approccio e come cercate di trovare una soluzione in modo pragmatico, mettendo le carte in tavola, già questo per la maggior parte delle coppie è un traguardo, perché è tutto inquinato di stanchezza che poi degenera in risentimento e semplicemente parlarne senza rabbia sembra uno sconto che si fa all'altra persona.
    In qualche modo, quando arriva il secondo figlio, gli equilibri anche se sembrano matematici, non tornano più, perché si è tre contro due, non due contro due. Ci sono i due figli più tutto lo sforzo di coordinamento tra i due che un figlio solo non porta.
    Per noi l'estrema suddivisione dei ruoli (io non lavoravo quando i miei bimbi erano piccoli) ha creato una situazione in cui praticamente parlavamo due lingue diverse su TUTTO.
    Quando si vive all'estero poi manca il solvente, la famiglia intorno che in qualche modo è l'antidoto naturale all'escalation del rancore. C'è solo il soluto, nudo e crudo, è come il sale sulla pelle dopo che hai fatto il bagno in mare, finché sei in acqua non lo vedi e per un po' sta bene, però finisce per bruciare e se non trovi un altro solvente, finisce per seccare tutto.

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    1. Verissimo tutto. Ma le soluzioni? Quali avete trovato voi?!

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    2. Non ne abbiamo trovate. La vita ha semplicemente preso il sopravvento, come quando a pattinaggio artistico fai la trottola, mano a mano si gira sempre più in fretta and your vision gets blurred. E devi solo mantenere l'equilibrio. La vera prova del fuoco sarà quando i ragazzi saranno entrambi fuori casa, allora saremo solo noi a raccattare i pezzi della nostra relazione e vedere se il puzzle sta ancora insieme. Vedremo se aver fatto del proprio meglio sarà bastato, nonostante i due binari paralleli.

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