Riassunto in cinque parole, è stato un grande successo. E questo è stato il bottino finale del Sig. Tenace:
Come funzionava
Appena arrivati, i bambini deponevano il loro libro in un cesto che avevamo predisposto ad uopo e che ha attirato l'attenzione dei festeggianti per l'intera durata della festa. Ogni tanto qualcuno andava lì, curiosava, sfogliava e si faceva un'idea di quale libro avrebbe voluto.
Al momento clou, il Sig. Tenace, festeggiato, ha scelto per primo dal cesto. Dopodiché sempre lui ha estratto da un sacchetto uno ad uno i nomi degli altri bambini e il sorteggiato poteva a sua volta scegliere il libro da portarsi a casa.
Tutto si è svolto senza tafferugli, e un solo pianto di bambina (vedi sotto). C'è da dire pero che noi avevamo messo in partenza quattro libri nel cesto per evitare che l'ultimo bambino estratto fosse obbligato a portarsi a casa l'unico libro rimasto senza possibilità di scelta.
Qualche osservazione sociologica
-Al momento della scelta, il Sig. Tenace, buongustaio, non ha esitato un attimo e si è impossessato subito di Here we are di Oliver Jeffers, con mio sommo piacere. Il libro e' salito immediatamente sul podio dei nostri libri preferiti. Se dovete regalare un libro ad un bambino o anche non un bambino, prendete questo!
-L'attività, molto apprezzata dai cinquenni, pare non essere adatta a bambini di età inferiore. I due bambini di 4 anni presenti non hanno capito dove stesse il divertimento e entrambi hanno voluto riprendersi il libro che avevano portato. Una dei due si è messa a piangere singhiozzando quando un'altra bambina ha osato prendere in mano il suo libro. Alla fine quest'ultima ha ceduto di fronte alle lacrime della piccina e ne ha scelto un altro.
-I libri dei dinosauri sono dei best sellers. Vanno via come il pane. Se state cercando un'attività redditizia, pubblicate libri sui dinosauri, meglio se "con foto vere", come dice il Sig. Tenace: quelli sono proprio rarissimi. ;)
-Il Fabio Volo dei 5enni canadesi, quello di cui tutti hanno letto almeno un libro, incluso il maschio ossessionato dai treni e la femmina fissata con Elsa di Frozen, è Robert Munsch. Parlano di trame e si dicono quale libro li ha fatti più ridere. E direi che in questo caso il successo è più che meritato, visto che le sue storie sono mai banali e sempre spassose. Il Sig. Tenace ne ha una raccolta che ormai conosciamo a memoria.
Questo è quanto. L'anno prossimo, se il festeggiato sarà d'accordo, lo ripetiamo di sicuro.
(e a me viene voglia di organizzarne uno per adulti...)
Monday, March 19, 2018
Tuesday, March 13, 2018
Monday, March 5, 2018
L'importanza dello specchio
In questo giorno in cui molti italiani, ma evidentemente non la maggioranza, ha l'amaro in bocca pensando al presente e al futuro, io voglio lasciare su queste pagine una nota positiva.
L'avrete già vista in giro sulla rete, la foto di questa bambina di due anni che rimane a bocca aperta di fronte al ritratto di Michelle Obama allo Smithsonian a Washington.
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da qui |
Da sola vale più di mille parole, ma già che siamo qui diciamole due parole.
Pare che la bambina pensasse che si trattasse di una regina e che dopo aver visto il ritratto voglia diventare regina anche lei.
La madre della piccola ha riferito alla CNN che "come donna e donna di colore, è molto importante mostrare a mia figlia esempi di persone che le assomigliano e che fanno cose importanti che passeranno alla storia, in modo che lei sappia che anche lei potrà fare lo stesso".
In fondo tutto ciò riflette esattamente quanto Michelle Obama aveva dichiarato in occasione della presentazione del ritratto:
"(Ragazze e ragazze di colore) vedranno l'immagine di qualcuno che assomiglia loro sui muri di questa grande istituzione americana... E io so quale impatto ciò avrà sulle loro vite, perché io ero una di quelle ragazze."
Teniamo duro. Io credo ci sia speranza.
Friday, February 23, 2018
La torta, subito
Tra poco sarà il compleanno del Sig. Tenace e noi, su sua richiesta, gli stiamo organizzando una festicciola con i suoi amici, qui a casa nostra. La festa si terrà tra le 10 del mattino e mezzogiorno; grazie al cielo qui c'è l'usanza di indicare anche l'orario di fine delle feste, non solo quello di inizio. Ad alcuni dà fastidio, a molti è di sollievo. Noi che ci ritroveremo dodici cinquenni urlanti secondo voi a che gruppo apparteniamo?
Il taglio della torta, preceduto dalla canzoncina rigorosamente in tre lingue per non scontentare nessuno, avverrà quasi subito. Niente attese eterne.
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immagine da qui |
Tutto ciò perché il Teodolindo ed io siamo ben memori di quel racconto di Francesco Piccolo in "Momenti di trascurabile infelicità":
"In ogni caso, è noto, le feste dei bambini non finiscono più. Non perché siano particolarmente lunghe; sei tu che vorresti che finissero mezz'ora dopo. E quindi guardi l'orologio all'inizio ogni minuti, poi meno, poi meno, poi meno. [...] Parecchio tempo lo trascorri a mangiare pizzette e patatine, a bere coca cola senza caffeina, a parlare con gli altri genitori che si vorrebbero ammazzare quanto ti vorresti ammazzare tu. Ma la maggior parte del tempo lo trascorri guardando nel vuoto, facendo finta di pensare a cose molto importanti della vita, mentre stai pensando a quale scusa pazzesca puoi trovare per dire che all'improvviso dovete andarvene, ma poi pensi che tuo figlio si dispiacerà, e non puoi farlo. E infatti gli chiedi speranzoso: ti stai divertendo? Ma quelli rispondono tutti di sì. Quando c'è uno che risponde no, cala un silenzio improvviso. Il genitore lo prende per mano e dice: forse è meglio se andiamo. E sono pronti ad andare e noi li guardiamo invidiosissimi e l'ultima speranza che abbiamo è la frase che dirà il genitore del festeggiato, una frase davanti alla quale bisogna arrivare preparati, e comunque non è detto che ce la si possa fare. Perché dipende da tanti fattori, ma più che altro dal tuo coraggio. Noialtri in quel momento tifiamo per il genitore del festeggiato, perché non desideriamo che qualcun altro riesca a fare quello che noi non possiamo fare.La frase arriva, implacabile.Ma c'è la torta!Il genitore che vuole andare via farfuglia, cerca di opporre resistenza, ma il genitore del festeggiato è forte del potere della gentilezza, oltre a quello del sadismo (anche lui avrà tentato altre volte di scappare via da una festa, e non glielo avranno permesso, gli hanno detto che c'era la torta; e uno dei motivi per cui ha organizzato questa festa è per desiderio di vendetta).Dài, aspettate la torta e ve ne andate.E noialtri adesso stiamo per goderci il momento più bello: il bambino e il genitore che si tolgono di nuovo il cappotto mentre dicono: vabbe', dài, aspettiamo la torta.[...]Quando, dopo molto tempo, all'imbrunire, arriva la torta, tu, stressato, ne mangi in quantità smodata, e appena dopo cerchi di infilare il cappotto a tuo figlio, e arriva il genitore del festeggiato che dice: ma adesso apre i regali! Poi guarda tuo figlio e gli dice: apre anche il tuo!E tuo figlio, da solo, si sfila il cappotto."
Anche per i regali pensavamo di scamparla optando per un book swap party: i bambini, anziché portare un dono, sono invitati a portare un libro - nuovo o usato come preferiscono - da scambiare. Il Sig. Tenace, festeggiato, avrà la priorità nella scelta dopodiché a sorte toccherà agli altri. Niente cianfrusaglie per noi, e niente sbattimento per i genitori che si evitano di andare per negozi a cercare un regalo per un bambino che conoscono poco.
Illusi. Siamo stati degli illusi.
La maestra del Sig Tenace, nostra informatrice personale, ci ha rotto l'incantesimo rivelandoci prima che il Sig. Tenace pare abbia promesso ai suoi amici che al party saranno serviti "pasta and chocolate cakes" (ma chi l'ha deciso?! Ti pare che cucino pasta alle nove del mattino?) e poi che i bambini discutono da giorni di quale libro porteranno e di quale vogliono accaparrarsi.
Forse dovremmo dire ai genitori di vestirli in assetto da combattimento. Prevediamo due ore molto lunghe.
P.S. Il racconto di Piccolo l'ho malamente tagliato per esigenze di spazio, ma merita di essere letto per intero perché è spassoso, come del resto tutto il libro, divertentissimo.
Friday, February 9, 2018
I Valentini e chi come loro fa del bene alla gente
C'erano una volta Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli che dirigevano sapientemente e splendidamente la maison Valentino. Ad ogni stagione sfornavano sogni di stoffa che riempivano di bellezza gli occhi di chi guardava.
Un bel giorno, Maria Grazia Chiuri fu chiamata, prima donna da sempre, a creare per Dior e partì alla volta di Parigi, lasciando a Roma il suo compagno di sogni di stoffa.
Finisce male la favola?
Ma figuriamoci! Anzi, quest'anno i sogni si moltiplicano per due e su entrambe le passerelle sfilano vestiti che sono delle meraviglie.
Ora, io li vorrei ringraziare i due Valentini, perché fanno del bene alla gente. Magari non salvano vite umane, non guariscono da malattie incurabili, certo chi dice il contrario, ma regalano arte, bellezza e leggerezza. E io, come immagino altri, ne ho sempre bisogno.
Un bel giorno, Maria Grazia Chiuri fu chiamata, prima donna da sempre, a creare per Dior e partì alla volta di Parigi, lasciando a Roma il suo compagno di sogni di stoffa.
Finisce male la favola?
Ma figuriamoci! Anzi, quest'anno i sogni si moltiplicano per due e su entrambe le passerelle sfilano vestiti che sono delle meraviglie.
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Valentino HC SS 2018, basta una cintura blu |
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Valentino HC SS 2018 - Viola e verde insieme, meraviglia |
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Valentino HC SS2018, quei guanti e quel fiocco... |
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Valentino HC SS2018, mi ci sposerei con questo |
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Dior SS 2018, in bianco e nero |
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Dior SS 2018, mille occhi da ammirare |
Ora, io li vorrei ringraziare i due Valentini, perché fanno del bene alla gente. Magari non salvano vite umane, non guariscono da malattie incurabili, certo chi dice il contrario, ma regalano arte, bellezza e leggerezza. E io, come immagino altri, ne ho sempre bisogno.
Wednesday, January 24, 2018
Quelle ricette veloci che fanno scena
Eccole.
Una per colazione, una per pranzo e un per cena. Con un enorme grazie a chi ha contribuito nei commenti al post di qualche settimana fa (vedi sotto).
Iniziamo con la German pancake, anche nota come Dutch Baby, e qui a casa nostra ribattezzata Frittella magica dal Sig. Tenace. Il perché del nome deriva da quanto questo mega pancake si gonfia in forno. I bambini di solito ne restano affascinati. Poi, altrettanto magicamente e in modo deprimente, la frittellazza si sgonfia appena messa in tavola, ma tant'è. Prendiamo quel che di bello ci offre in modo effimero.
Direttamente dal libro di Marion Cunningham
3 uova
1/2 tazza di farina (se senza glutine, 1/4 di farina di riso integrale e 1/4 di farina di tapioca)
1/2 tazza di latte
un pizzico di sale
due cucchiai di burro sciolto
zucchero a velo o sciroppo d'acero
succo di limone
Preriscaldare il forno a 200 gradi C.
Mescolare le uova con la farina e il sale, aggiungere il latte fino ad ottenere una pastella liscia e, in ultimo, il burro fuso. Infornare in una teglia rivestita da carta forno e far cuocere 15-20 minuti max.
Servire irrorandola di succo di limone e zucchero a velo, o nel nostro caso sciroppo d'acero.
Continuiamo con la pasta con ricotta e spinaci, suggerita da Martacci. Grazie! E' stata un successone e l'abbiamo già fatta due volte.
Detto direttamente con le parole di Martacci dal suo commento al post precedente:
Detto e fatto.
Infine, per la cena, un secondo che è di una facilita estrema, ma di grande effetto. Ottimo e versatile, sto già pensando ad altre verdure con cui provarlo (finocchi? patate? asparagi?).
In questo caso dico grazie al commento anonimo, mooolto anonimo (ciao Eli!) di un'amica compagna di mattarelli e tortellini, delle cui ricette mi fido alla cieca da quella volta in cui eravamo in auto e mi disse: "Le linguine fatte con le acciughe sono la morte loro." E come darle torto.
Con parole sue:
Io, non disponendo di carciofi che qui sono verdura primaverile e costano oro, ho usato carote e bok choy. La prossima volta aumenterò di almeno il doppio la salsina, perché è troppo golosa e ci sta tutta.
Una per colazione, una per pranzo e un per cena. Con un enorme grazie a chi ha contribuito nei commenti al post di qualche settimana fa (vedi sotto).
Iniziamo con la German pancake, anche nota come Dutch Baby, e qui a casa nostra ribattezzata Frittella magica dal Sig. Tenace. Il perché del nome deriva da quanto questo mega pancake si gonfia in forno. I bambini di solito ne restano affascinati. Poi, altrettanto magicamente e in modo deprimente, la frittellazza si sgonfia appena messa in tavola, ma tant'è. Prendiamo quel che di bello ci offre in modo effimero.
Direttamente dal libro di Marion Cunningham
3 uova
1/2 tazza di farina (se senza glutine, 1/4 di farina di riso integrale e 1/4 di farina di tapioca)
1/2 tazza di latte
un pizzico di sale
due cucchiai di burro sciolto
zucchero a velo o sciroppo d'acero
succo di limone
Preriscaldare il forno a 200 gradi C.
Mescolare le uova con la farina e il sale, aggiungere il latte fino ad ottenere una pastella liscia e, in ultimo, il burro fuso. Infornare in una teglia rivestita da carta forno e far cuocere 15-20 minuti max.
Servire irrorandola di succo di limone e zucchero a velo, o nel nostro caso sciroppo d'acero.
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Ho cercato di fare la foto il più in fretta possibile, ma si stava già sgonfiando |
Continuiamo con la pasta con ricotta e spinaci, suggerita da Martacci. Grazie! E' stata un successone e l'abbiamo già fatta due volte.
Detto direttamente con le parole di Martacci dal suo commento al post precedente:
"Il mio è un piatto da studentessa, che oggi è accolto con furore dagli uomini di casa: pasta spinaci e ricotta. La versione di casa include spinaci saltati in padella (anche surgelati eh) con aglio / scalogno e poi ricotta e un po' di noce moscata e parmigiano."
Detto e fatto.
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Pasta con glutine, visto che trattasi del mio pranzo in solitaria con la SignoRina |
Infine, per la cena, un secondo che è di una facilita estrema, ma di grande effetto. Ottimo e versatile, sto già pensando ad altre verdure con cui provarlo (finocchi? patate? asparagi?).
In questo caso dico grazie al commento anonimo, mooolto anonimo (ciao Eli!) di un'amica compagna di mattarelli e tortellini, delle cui ricette mi fido alla cieca da quella volta in cui eravamo in auto e mi disse: "Le linguine fatte con le acciughe sono la morte loro." E come darle torto.
Con parole sue:
"Ricetta velocissima, ma forse l'hai già in repertorio: cremina di parmigiano o pecorino (o quel che vuoi), tipo quella del cacio e pepe, a cui aggiungere carciofi saltati in padella. Squisita!"
Io, non disponendo di carciofi che qui sono verdura primaverile e costano oro, ho usato carote e bok choy. La prossima volta aumenterò di almeno il doppio la salsina, perché è troppo golosa e ci sta tutta.
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Foto pessima, fatta sulla pentola. Non rende giustizia al piatto. |
Et bon appetit a chi come me cucina ancora con una mano e a chi può disporre di entrambe!
Wednesday, January 17, 2018
Underwear
Qualche giorno fa ho comprato un paio di mutande gialle, con disegnati sopra dei Minions, per il Sig. Tenace. Lui era felice.
Il mattino dopo, appena dopo essere arrivato a scuola e aver salutato la maestra, è andato subito in bagno. Ne è uscito con le braghe calate e le mutande in bella vista urlando ai suoi compagni: "Look, Minions!"
E quegli altri hanno lasciato le loro attività e, interessatissimi, si sono messi a commentare: "Nice!", "Cool! Yellow underwear!"
La maestra non si è scomposta minimamente e con sguardo rassegnato ha detto al Teodolindo: "È sempre così. Ogni volta che hanno un paio di mutande nuove devono farle vedere a tutti!".
Ma è così dappertutto o è una moda montrealese?
Che io mi ricordi, ai miei tempi non capitava...
Il mattino dopo, appena dopo essere arrivato a scuola e aver salutato la maestra, è andato subito in bagno. Ne è uscito con le braghe calate e le mutande in bella vista urlando ai suoi compagni: "Look, Minions!"
E quegli altri hanno lasciato le loro attività e, interessatissimi, si sono messi a commentare: "Nice!", "Cool! Yellow underwear!"
La maestra non si è scomposta minimamente e con sguardo rassegnato ha detto al Teodolindo: "È sempre così. Ogni volta che hanno un paio di mutande nuove devono farle vedere a tutti!".
Ma è così dappertutto o è una moda montrealese?
Che io mi ricordi, ai miei tempi non capitava...
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