Teresa di Lisieux, travestita da Giovanna d'Arco
Quando non sento nulla, quando sono incapace di pregare, di praticare la virtù, è quello il momento di cercare delle piccole occasioni, dei nonnulla che piacciono a Gesù più che l'impero del mondo, più che il martirio sofferto eroicamente. Per esempio, un sorriso, una parola amabile quando avrei voglia solo di tacere o di avere un'aria annoiata.
Oh, come sono felice di avere scoperto Teresa di Lisieux, nonostante i miei pregiudizi che si sono protratti per anni rispetto a questa santa ragazzina. Tutti la osannavano, tutti a elogiare Santa Teresina del Bambin Gesù e io che mi dicevo che una santa con un nome che sembrava quello di una sorpresa dell'ovetto Kinder non poteva promettere niente di buono, se non roba melense.
Quanto mi sbagliavo e quanto son contenta di essermene accorta. È stata per me una lezione di umiltà, la prima lezione appresa grazie a lei, maestra incredibile di quella virtù che è il rendersi piccoli, sempre più piccoli.
Affascinante scoperta, per me del tutto sconosciuta... sono curiosa, chi erano questi "tutti" che la osannavano?
ReplyDeleteMi riferivo al fatto che, oltre che santa, nel1997 è stata nominata Dottore della Chiesa, un titolo che viene attribuito a chi si è distinto per il contributo alla riflessione teologica. Voglio dire, dottori della chiesa fino ad allora erano studiosi del calibro di Sant'Agostino, Tommaso d'Aquino, Teresa d'Avila. E poi arriva lei, che muore a 24 anni, di cui nove passati in un convento di clausura, che scrive i suoi appunti impregnati dalla ricerca dell'umiltà e dell'amore. E bon, la fanno dottore della chiesa al pari di quegli altri. Quantomeno incuriosisce...
ReplyDeleteunico incontro fatto con Teresina su "la leggenda del santo bevitore" di più non so
ReplyDeleteE invece io quello de "La leggenda del santo bevitore" non me lo ricordo. Comunque, Amanda, urge rimediare con Teresina!
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