Monday, November 24, 2014

Oppure...

Avevo in mente di scrivere del lungo fine settimana en amoureux con il Teodolindo a New Orleans. Avevo anche pensato di accennare al fatto che l'unica cosa non bella di questi quattro giorni al sud è stata la mia gastroenterite, presa da un pargolo di otto mesi tanto adorabile quanto virulento.  Poi questa sera, cucinando, proprio nel tentativo di rimettermi in sesto, ho pensato

oppure

oppure il puré.

Oh, puré di patate! Ma perché nessuno ti ha ancora scritto un'ode degna del tuo valore!

Il puré di patate, fatto come si deve, è il cibo che cura.
Cura nel dare nutrimento, per il corpo e per lo spirito: le patate, il burro e il latte si occupano del primo, l'affetto e il tempo di chi lo ha preparato del secondo.

Stasera me lo sono preparato da sola, e mentre rimestavo con il cucchiaio di legno, mi perdevo in questi pensieri. A tavola li ho condivisi con il buon Celiachindo, che non solo si è spazzolato il puré, ma si è pure pulito la pentola con il cucchiaio di legno - dice che quello che resta sul cucchiaio è il puré più buono - fino a sporcarsi letteralmente i baffi e la barba.

Scrivo la ricetta, patrimonio comune di chiunque sia stato bambino in Italia, semplicemente perché anche solo rileggerla fa stare meglio, nel ricordare tutte quelle mani di mamme, nonne, papà, compagni che chissà quante volte ce l'hanno preparato per prendersi cura di noi.

quattro patate di media grandezza
un bel pezzo di burro, buono
latte
sale

Si fanno bollire le patate, con la buccia. Quando si riesce a puntare bene la forchetta nelle patate, le si scola e subito le si passa con lo schiacciapatate, dentro ad un'altra pentola. Subito.
Si aggiunge una grossa noce di burro e si mescola, portando sul fuoco, molto basso. Si aggiusta di sale.


Si aggiunge il latte, a poco a poco, avendo cura di aspettare che quello già versato sia ben assorbito dalle patate prima di aggiungerne altro, fino alla consistenza desiderata. Si procede lentamente, ad un buon puré non piace la fretta. Si lascia cuocere a fuoco basso ancora qualche minuto, per fare in modo che tutti i sapori si amalgamino per bene.



Poi ci si potrebbe dilungare su come mangiarlo, il puré. Per me diventa taumaturgico quando mangiato con lo stracchino, che però qui costa l'improponibile, quando lo si trova. Il Teodolindo lo ricorda accompagnato dal prosciutto cotto. Uova, fontina, toma. Si potrebbe continuare.

E poi ci si potrebbe pure soffermare su come usarne gli avanzi ...ma perché? Un puré così avanza?!





9 comments:

  1. adoro il purè ma, a dirla tutta, con il latte ed il burro non è proprio l'alimento indicato per la gastroenterite, ecco l'ho detto; poi per esempio c'è il 3/4 che dice che nulla cura le budelle come un buon bichiere di vino rosso ma non andrò a sottilizzare su questi rimedi di autoaiuto

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    1. Grazie, Amanda, della precisazione. In effetti non avevo specificato che non ero più in fase "attiva", ma ormai nel post acuto e che adesso ho bisogno di ripigliarmi con cose semplici ma nutrienti. E allora pure'! A parte ciò, io sono d'accordo con il 3/4: per lui sara' il vino, per me la medicina ad ogni male e' il parmigiano, per il Teodolindo il gelato. Che voglio dire, quando hai un attacco di emicrania ma come ti viene in mente di mangiare il gelato?!

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  2. Aaah! Idea! Il purè è abbastanza facile persino per me.
    Che coincidenza, proprio ieri abbiamo comprato i biglietti per una gita a New Orleans!

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  3. Me lo ha fatto la mamma un paio di giorni fa. Sembro una bambina a scrivere così, ma tu lo sai che quando si abita lontano le - rare - coccole valgono sempre un po' di più.
    Anche qui niente stracchino. Solo una delle tante mancanze.

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    1. Ecco, esatto! Si torna bambini a mangiare il pure'! Che brava la tua mamma... E tu lo fai a NE?

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  4. Purè e minestrina se la giocano ai rigori... Però da me vince la minestrina, perchè non solo sa di coccola, sere con la febbre e cene tra intimi (chi mai offre minestrina agli ospiti?!? Peccato, perchè io me la mangerei...) ma si fa super veloce!
    Però, dopo essersi rinvigorita con il purè, qualcosa di New Orleans ce lo devi raccontare!!!

    Alice curiosatrice

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    1. La minestrina!! Ti prometto che la prossima volta che ci vediamo ceniamo con una bella minestrina. Io adoro le minestre di ogni tipo e anch'io spero sempre che chi mi ospita me la prepari. Capita solo con mio suocero, che mi conosce e quando torniamo mi fa trovare la minestra (per lo scontento dei restanti commensali...).

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