Implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango vale di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Dal libro della Sapienza (7, 7-11)
È significativo che il verbo latino sàpere indichi non solo "avere conoscenza", ma anche "essere gustoso" e del resto anche in italiano quest'unica radice accomuna sapere e sapore.
Enzo Bianchi "Il pane di ieri". Einaudi, 2008
Ci sono persone sagge e poi ci sono persone sapienti, quelle che, oltre a essere sagge "sanno" di qualcosa e lasciano in chi le incontra la traccia del loro gusto, come un filo di olio buono su una fetta di pane o un bicchiere di vino rosso in una fredda sera d'inverno.
Ecco, a me prima o poi piacerebbe diventare sapiente.
Ecco, a me prima o poi piacerebbe diventare sapiente.
te lo auguro :)
ReplyDeleteMa non è una cosa assoluta, che uno o ha o non ha. Intanto possiamo provare a diventare *un po'* sapienti :-)
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