Wednesday, April 25, 2018

25 aprile 2018

da qui


Ci avevamo già provato due anni fa, a spiegare il 25 aprile al Sig. Tenace. Abbiamo fatto un nuovo tentativo ieri sera prima di metterlo a letto, al momento della lettura di un libro.
"Stasera niente libro, ti racconto una storia. Anzi, guarda, te la raccontiamo insieme io e il papà"
Il Teodolindo mi guarda perplesso poi però capisce dove voglio andare a parare.
Se per certi versi adesso posso raccontare e non solo cantare, come feci nel 2016, è tuttavia difficile spiegare la resistenza ad un bambino di cinque anni.
Di più.
E' difficile spiegare la resistenza ad un bambino italiano di cinque anni che in Italia ci ha messo piede una sola volta per due settimane.
Lui non ha i luoghi nei ricordi, non conosce persone che possano dire "il mio nonno...", non ne sente parlare a scuola, non vede lapidi commemorative o manifestazioni.
Il 25 aprile è per lui un giorno come un altro.
E però quanto vogliamo che lui e sua sorella crescano con una coscienza storica del nostro Paese*? Molto. Moltissimo.
Oh, ci abbiamo provato.
Abbiamo usato ogni mezzo, dalla similitudine tra i partigiani e i soldati di Mulan che difendevano il loro paese dall'invasore (e vi assicuro che fa il suo bell'effetto paragonare i nazisti agli Unni, per un bambino come il Sig. Tenace), alle immagini cercate su internet. Abbiamo provato a dirgli che noi neanche possiamo immaginarla la felicità di quella gente, quel 25 aprile di 73 anni fa.

Una partigiana sulle Alpi contro l'invasor

"Voglio vedere le foto delle battaglie!", chiedeva lui.
E allora gli spieghiamo che non erano battaglie come lui immagina, ma che la vera azione era la pazienza e la resistenza.

Pazienza e resistenza.
Ne avremo bisogno anche noi perché questi due scriccioli diventino due italiani consapevoli delle radici della loro famiglia.



PS O voi che leggete e che vivete fuori dall'Italia, e sapete chi siete, ma come fate con i vostri figli?

PS 2 Io ho trovato questo elenco di libri per spiegare la resistenza, qualcuno li conosce? Mi dite cosa ne pensate?

*che poi, il nostro Paese sarà anche il loro? Lo sentiranno loro? Questa è una delle domande che più mi tortura.

14 comments:

  1. Non ho ancora figli e per ora, in futuro non si sa mai, vivo in Italia. Personalmente oggi è un giorno che sento molto mio nonno 90enne ricorda con molta felicità quel giorno, così come ricorda il giorno in cui gli italiani hanno deciso che questo Paese sarebbe diventato una Repubblica. Molti amici vengono da altri Paesi, alcuni sono nati qua, mentre altri nei loro Paesi d'origine, ma tutti hanno una cosa in comune: si sentono italiani. Molti hanno frequentato tutte le scuole in Italia, del loro Paese hanno un ricordo, ma non sentono di appartenere a quel luogo. Molti di loro hanno addirittura dimenticato quasi del tutto la lingua del Paese d'origine dei genitori. Penso sia giusto e naturale che i tuoi bambini sentiranno come Patria il Paese dove sono cresciuti, per l'Italia potranno comunque provare affetto. È giusto insegnarli il più possibile la cultura italiana, per due ragioni principali. La prima è quella di potersi trasferire in Italia, se lo vorranno. La seconda è conservare le radici, è importante sapere da dove si viene.

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    1. Mah, il tuo commento mi ha fatto molto pensare. Apre un grande capitolo, che spero di poter continuare a discutere qui su questo blog insieme a voi.
      Sinceramente mi e' venuto il groppo in gola a leggere dei tuoi amici che hanno dimenticato la lingua del paese dei genitori e che non sentono di appartenere a quel luogo. Credo d'altra parte che molto dipenda da come i genitori hanno provato a passare un vissuto e un'identita' alle generazioni successive.

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  2. Non conosco nessuno dei libri, ma quando Tina Anselmi raccontava la Resistenza era un bel ascoltare

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  3. Slicing, guarda, siamo nella stessa bagna, per dirla alla piedmonteisa.
    Oggi abbiamo ascoltato bella Ciao, abbiamo letto la storia della partigiana che doveva cambiare nome, abbiamo parlato di dittatori e di questo signore chiamato Mussolini che ha comandato l'Italia e ha fatto il prepotente, dei partigiani che si sono nascosti in montagna per resistere... e lui:
    "Ma proprio proprio per davvero... come l'hanno sconfitto Mussolini?"
    "Combattendo, e scacciando i fascisti, e poi sono andati a liberare tutti i prigionieri che aveva messo nelle prigioni ed hanno fatto tanti canti e balli per strada, perché ora potevano dire quel che volevano e quel che pensavano, e non dovevano piú avere paura e..."
    "E dove é andato?"
    "Chi?""
    "Mussolini, dov é adesso?"
    "L'hanno ucciso"
    "Oh"
    [ fine di qualsiasi interesse verso l'evento storico, deviazione della discussione che diventa una tavola rotonda filosofica sulla morte, il morire, le tombe e compagnia bella] .

    E comunque io pianifico nei prossimi anni almeno UN viaggio in Italia che comprenda il 25 aprile e il primo maggio... perché secondo me se lo vedessero e lo "sentissero" almeno una volta, per strada, con le bandiere, i colori etc... poi sarebbe molto piú facile alimentarlo, questo pezzetto di storia.

    Alice 25 aprilizzatrice



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    1. Ah be', il viaggio storico-culturale sara' da fare in futuro. Idea geniale.

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  4. P.s. I libri consigliati sono per bimbi piú grandi, dagli 8/9 anni direi. Roberto Denti anche ne ha scritti un paio sulla resistenza, per bimbi del secondo ciclo delle elementari. Come lettura sul tema per bimbi dell'etá dei nostri, mi viene in mente solo La Portinaia Apollonia di Lia levi (ediz. Orecchioacerbo, illustrazioni bellissime), lo compreró al prossimo tour italico, che magari ci aiuta per il 25 aprile 2019!

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  5. ciao, io vivo in grecia, torno in italia relativamente spesso, mio padre (mancato proprio 10 giorni fa) e' stato partigiano, ai miei tre figli non ho detto niente, ieri. non e' che non abbia mai parlato di fascismo, nazismo, resistenza, ci mancherebbe,solo che non capisco l'esigenza delle celebrazioni, o forse piu' sto lontana dall'italia piu' mi sembrano superflui e lontani da me i concetti di patria o radici nazionali. vedo invece che molti genitori all'estero, come voi, ci tengono e mi piacerebbe capire i motivi, se ti va.

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    1. Anna, ho provato a risponderti io, pur se non interpellata :)
      ... Ma ne é venuto fuori un papiro tale che l'ho trasformato in questo post qui:

      https://alinipe.blogspot.fr/2018/05/italianita.html

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    2. Anna, grazie del tuo commento. Ti ho risposto nel nuovo post.
      Alice e Anna, oh ma che belle queste chiacchierate di qua e di la'. Sembra di prendere il te con le amiche: "Oggi venite da me? Domani da te? Porti i pasticcini?"

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  6. posso chiederti perché è importante che sentano l’Italia come il loro paese? Leggo dei tuoi figlioli e li immagino da adulti... cittadini del mondo. Che nei pranzi di famiglia cucinano il macco di fave (l’ho scoperto sul tuo blog!) accompagnandolo con poutine e ravioli al vapore e chissà che altro. L’Italia è la patria dei loro genitori ma non sei curiosa di scoprire quale terreno sentiranno più adatto per affondare le loro radici?
    Spero di non essere stata inopportuna. Un bacino ai piccoli.
    Do

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    1. Ciao Do, ma figurati se sei inopportuna! Tutt'altro. Rimando la discussione al nuovo post, se ti va leggilo e poi dimmi cosa ne pensi.

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  7. Noi ci abbiamo provato spiegando del signore cattivo che metteva in prigione senza motivo e dei ragazzi fortissimi che lottavano contro di lui sulle montagne.
    Morale? ‘Ma i partigiani la mangiano la torta per la loro festa?’

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    1. Ehehe. Mi ricordavo bene che l'avevate spiegato, ma non sapevo che l'interesse fosse rimasto focalizzato sulla torta :-D
      Comunque sono d'accordo, si devono gettare le basi poi si vedrà.

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