Tra i miei ci sono le pesche ripiene.
Non ricordo fine estate senza il loro profumo dolce-asprigno, a volte quasi alcolico. C'erano quelle che ci portavano le vicine di casa quando ero bambina: non toglievano la buccia e dava fastidio, a volte eccedevano con il Marsala, che neppure ci andrebbe. Capitava che le pesche fossero acerbe, oppure troppo mature. Ma c'erano sempre, ogni estate, immancabili, per tutta la mia infanzia.
Più tardi ho conosciuto la versione crostata, magnifica, della mia più cara amica. Mi piaceva così tanto, che è perfino diventata una delle nostre torte nuziali.
E infine ci sono state le pesche ripiene dell'amica di mia mamma, persona a cui sono molto affezionata. Suonava il campanello di casa dei miei e neppure entrava, ma dalla porta porgeva una teglia di alluminio: "Vi ho portato delle pesche ripiene!", diceva e scappava.
Detto tutto ciò, le pesche ripiene a casa mia non sono mai piaciute. A mia mamma non sono mai sembrate un dolce degno di tale nome, e a mio padre - isolano trapiantato in Piemonte - il cibo estivo parla unicamente siciliano. Mio fratello ed io ci adeguavamo ai gusti genitoriali, fatto sta che non ricordo che le pesche ripiene, così svalutate, siano mai avanzate. Oh, manco una briciola ne restava.
Quest'estate, vuoi anche per la stagione apparentemente superba delle pesche del vicino Ontario, mi è venuta una nostalgia enorme per quelle pesche. Stamattina le ho fatte e le ho portate a pranzo da amici francesi, che le hanno accolte come una prelibata e scenica novità. E hanno voluto la ricetta.
Ecco quella che ho usato io, che è poi quella dell'amica di mia mamma, fonte fidatissima delle migliori pesche ripiene mai mangiate in vita mia:
Pesche ripiene (ricetta dell'Enrica)
8 pesche (io ho usato pesche noci dell'Ontario)
zucchero (di canna)
un uovo
amaretti, una tazza circa (senza glutine, please)
cioccolato fondente
burro
Tagliare le pesche a metà, rimuovere il nocciolo e scavarle un po' tenendo da parte la polpa tolta.
Sbattere un uovo con un po' di zucchero, diciamo 2 cucchiai? Dipende dai gusti. Aggiungere la polpa di pesche schiacciata con la forchetta, gli amaretti sbriciolati e il cioccolato fondente grattugiato. Riempire con il composto le mezze pesche e infornare in teglia imburrata per 30-40 minuti a 200 gradi. Per evitare che la parte inferiore delle pesche bruci, mettere un paio di cucchiai di acqua sul fondo della teglia.
Servire tiepide o fredde.
Poi fatemi sapere.
Io me moro: pesche e amaretti delitto perfetto
ReplyDeleteE il cioccolato e' un complice mica da ridere. Provale!
DeleteEh non ci siamo capite muoio davvero: shock anafilattico
DeleteOmmmammma!! Scusa Amanda! Mi ero dimenticata per un attimo! Perdona me e la mia passione per il linguaggio figurato ;)
DeleteSono piemontese anch'io, ma questo dolce non l'ho mai assaggiato! Devo provarlo!
ReplyDeleteMa di quale zona del Piemonte? Pensavo fossero diffuse un po' dappertutto
DeleteAl confine con la Lombardia
DeleteChe meraviglia! Come mi fa tornare bimba.. La mia ricetta però prevede il marsala come tramandata dalla nonna bresciana... È la crostata? Una meraviglia..
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